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Palermo, “Vena Verde” I’opera di Arena firmata IQdB va al Teatro Biondo di Palermo

Lo spettacolo  “Una verde vena di follia”  – prodotto dal Teatro Biondo di Palermo-  liberamente ispirato alle lettere di Maria Antonietta Portulano Pirandello e tratto dal libro La vena verde è il volume di Alessio Arena edito da I Quaderni del Bardo Edizioni di  Stefano Donno che vede l’adattamento e la regia di Emanuela Giordano con Mascia Musy, Chiara Muscato, con le musiche originali a cura di Tommaso Di Giulio e Leonardo Caccarelli;

Debutterà dal 26 ottobre al 6 novembre 2022 presso il Teatro Biondo di Palermo, sotto la direzione artistica di Pamela Villoresi.

Non posso che essere felice per questo ulteriore successo del libro di Alessio Arena La vena verde da noi pubblicato e sul quale abbiamo creduto da subito – dichiara l’editore Stefano Donno – soprattutto perché ancora una volta emerge la vocazione della casa editrice a integrare, produrre e moltiplicare le occasioni di dialogo tra le arti: in questo caso il teatro e l’editoria. La bellezza del lavoro di Alessio Arena risiede non solo nell’essere ispirato alle lettere di Maria Antonietta Portolano Pirandello ma anche e soprattutto per la densità della materia trattata ovvero la follia, in un’ottica esistenzialista del rifiuto della morale borghese e che rivendica la pluralità e le estreme differenze e complessità degli interrogativi umani sui tormenti interiori.

Una verde vena di follia è un canto d’amore e di alterità ispirato alle lettere che la moglie di Luigi Pirandello, Maria Antonietta Portulano, scrisse al figlio Stefano.

Ci troviamo nell’Italia dello scorso secolo, ove le donne “eccentriche” o di “eccessivo ed anarchico temperamento” venivano rinchiuse in “Case di custodia e cura”.

La protagonista provoca, tiranneggia e cerca conforto nell’unico essere umano che ha la sventura di starle accanto: un’infermiera/custode che farebbe volentieri a meno di ascoltare le confessioni e gli sfoghi della donna, di contenere i suoi improvvisi sbalzi di umore e i tentativi di fuga. Nonostante la forzosa convivenza, gli scherzi atroci, gli spaventi continui, le vessazioni reciproche, le due donne instaurarono una relazione di mutua comprensione, quasi una sovrapposizione delle proprie esistenze ai margini, con accenti di improvvisa ironia, per ritagliarsi quel lembo di felicità che spetta a tutti gli esseri umani. L’odiato e amatissimo marito, egli stesso vittima e carnefice della donna, è continuamente evocato, raccontato, svelato, sognato.

NOTE SULL’AUTORE

Alessio Arena è nato a Palermo il 12 ottobre 1996.

Scrittore e studioso di spettacolo, è Visiting Professor Press  l’Università Nazionale di Rosario (Argentina). Collabora con numerose istituzioni culturali italiane e straniere, ricoprendo anche incarichi di direzione. Conduce “La Biblioteca di Babele”, rubrica di cultura italiana trasmessa dalla Radio Nazionale argentina, e cura il programma di cultura italiana “L’altra Italia” per la Radio del Comitato degli Italiani all’Estero di Rosario. Dal 2018 collabora con Treccani.it. Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti a livello nazionale e internazionale, tra i quali il I Premio Internazionale “Salvatore Quasimodo” (2016), il Premio “Virgilio Giordano” (2018), il Premio “Italia Giovane” (2018) e il Premio Internazionale della World Poetry Conference in India (2019). Nel 2021 è finalista al Premio Internazionale Dostoevskij. Ha pubblicato le raccolte di poesie Discorsi da caffè (2015), Cassetti in disordine (2016), Lettere dal Terzo Millennio (2016), Campi aperti (2017), Il cielo in due (2019); i saggi Il mondo a ribaltone. Il teatro nel gesto di Dario Fo (2018) e Nero accidentale. Gli anni di piombo nel teatro d’inchiesta di Dario Fo e Franca Rame (2020); il libro-intervista, con Elisa Iacovo, L’importante è che non diventi un’abitudine (2019) e il testo teatrale La vena verde. Liberamente ispirato alle lettere di Maria Antonietta Portolano Pirandello (2020).

Alcune sue opere sono state tradotte in spagnolo, inglese e arabo

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