Principale Economia & Finanza UK, proteste nazionali contro governo e caro energia

UK, proteste nazionali contro governo e caro energia

Bruciano le bollette in piazza da Sua Maestà. Nelle metropoli britanniche il popolo, unito a sindacati e associazioni varie, torna a gridare che “basta così” con il carovita e lo spettro della povertà, unendosi nel movimento "Io non pago UK". E al governo Truss non resta che ascoltare ogni singola richiesta

Nel Regno Unito del nuovo governo di Liz Truss è emerso un potente risveglio delle proteste sociali, cosa che non si vedeva dai “tumultuosi” anni Ottanta. Migliaia di cittadini si sono radunati nelle principali metropoli britanniche, tra cui Londra, Manchester e Glasgow, per manifestare il loro sdegno nei confronti della crescente spesa energetica e della crisi economica scatenata dal costo della vita.

In UK si blocca tutto, “quando è troppo è troppo”

Lo straordinario raduno è stato organizzato nell’ambito di una giornata di mobilitazione contro la diffusione della povertà, in una campagna battezzata “Enough is Enough” (lett. “Basta così”). Nelle piazze urbane, i manifestanti hanno scelto di esprimere il loro dissenso incendiando simbolicamente le proprie bollette della luce1.

Il movimento nel Regno Unito si sta configurando – nel tempo – di portata nazionale, essendo promosso sia da sindacati sia da comunità che lottano contro le cause e gli effetti del carovita – la campagna “Enough is Enough” ha ricevuto anche il supporto dell’Unione dei Lavoratori Postali (Communication Workers Union, CWU) – e queste proteste, non a caso, hanno coinciso con il contesto critico per il comparto energetico, avendo luogo parallelamente ad altri scioperi nel settore postale e ferroviario.

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“Io non pago”, una rete (nella rete) con richieste chiare

Tra i manifestanti spiccano i membri dell’organizzazione “Don’t Pay UK” (lett. “Io non pago UK”), che ha ottenuto il sostegno di 200.000 consumatori intenzionati a bloccare la domiciliazione bancaria automatica delle bollette, almeno fino a quando le istituzioni non avranno implementato misure d’aiuto per le famiglie più bisognose. L’iniziativa si è strutturata in una rete di oltre 400 gruppi su WhatsApp, i quali coordinano le proteste e prevedono uno sciopero dei pagamenti non appena avranno raggiunto un milione di iscritti. Le richieste avanzate al governo britannico sono chiare: un aumento dei salari, tariffe energetiche più accessibili, la fine della povertà alimentare, case dignitose per tutti e una tassazione più equa (del cinque per cento) per le grandi imprese e i lavoratori.

Liz Truss intanto ha preferito innalzare il massimale annuo delle bollette domestiche per una famiglia media, portandolo da 1.971 a 2.500 sterline. Il quotidiano The Guardian, in tutta risposta, ha commentato che “[…]l’alto costo delle utenze si inserisce in un momento in cui l’economia britannica affronta forti turbolenze del mercato valutario e mentre si annuncia un aumento dei tassi di interesse sui mutui”. Resta da vedere se e come la “thatcheriana” e, allo stesso tempo, libertaria Prima Ministra risponderà a questa crescente ondata popolare e alle legittime preoccupazioni dei cittadini di Sua Maestà.

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Fonti online:

ByoBlu (testata giornalistica ed emittente televisiva nazionale; articolo di Virginia Camerieri del 02 ottobre 2022), Wikipedia, sito del  Communication Workers Union, sito di Don’t Pay UK, The Guardian.

Canali YouTube: Enough is Enough e Sky News.

Antonio Quarta

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

Il Corriere Nazionale

Note di riferimento:

  1. Quest’atto di protesta cresce all’unisono anche in alcune città italiane come Torino, dove 200 cittadini si sono uniti nel medesimo gesto di fronte alla sede dell’azienda Iren, attiva sia nel settore dell’energia elettrica che in quello del riscaldamento centralizzato.

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