Motivo di condanna o di venerazione, visione e preveggenza furono doni comuni di molte donne. Se alcune furono mandate al rogo, altre ebbero sorte diversa, accedendo a privilegi importanti come incontrare i potenti della loro epoca.
Nel Medioevo, molte mistiche si dedicarono alla vita monastica sin dalla più tenera età. Ildegarda di Bingen aveva solo otto anni quando fu condotta nel monastero in cui, nel 1136, divenne badessa. Questa carica le consentì di accedere alle relazioni sociali e al mondo pubblico negato alle consorelle di grado inferiore. Caterina da Siena iniziò a sentire voci sin da fanciulla. Visse solo trentatré anni nella polemica e venerazione dibattuta con papi e sovrani.
Brigida di Svezia, pellegrina e viaggiatrice, era stata moglie devota fino alla morte del marito nel 1344. Non più vincolata ai doveri coniugali, decise di intraprendere un lungo pellegrinaggio partendo dalla sua natìa Svezia alla volta di Roma per il Giubileo del 1350. Umiliana dei Cerchi, rinchiusasi in una torre volontariamente per sfuggire alla famiglia opprimente, visse di visioni fino alla morte.
Un tipo di misticismo interessante fu quello di Angela da Foligno, vissuta tra la fine del Duecento e l’inizio del Trecento. La nostra mistica era convinta che alla conoscenza di Dio si giungesse attraverso uno stato di grazia implementato dalla lettura dei testi sacri e delle buone opere. Le Scritture hanno già in sé la rivelazione dei misteri divini ai quali il mistico, secondo Angela, può accedere tramite lo studio e, soprattutto, l’esperienza.