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Bari: presentazione del saggio “Rosetta Pampanini – La voce che fece innamorare Toscanini”

27 OTTOBRE 2022 – Il Museo Civico di Bari è tornato ad ospitare un nuovo evento culturale, organizzato nell’ambito delle iniziative culturali, proposte e patrocinate dalla Commissione “Risorse e qualità della Vita” del I Municipio: la presentazione del saggio “Rosetta Pampanini – La voce che fece innamorare Toscanini”.

L’artefice è Mariano Argentieri, saggista, esperto di grafica pubblicitaria e socio fondatore dell’Associazione “Comunicazione Plurale”, oltre che grande appassionato di storia barese, benché di origini milanesi. Vi starete chiedendo il nesso che lega l’autore alla protagonista. E bene, è facilissimo. Argentieri è pronipote acquisito della celebre Rosetta e, pertanto, tale vincolo di parentela l’ha spinto qualche anno fa a cominciare numerose ricerche da buon storiografo – racimolando fonti edite e inedite per ricostruire la vita e le opere della grande artista – le quali lo hanno condotto a scoprire anche un interessante collegamento tra la Pampanini e la Città di Bari. Andiamo, però, per gradi.

Chi è stata Rosa(etta) Pampanini. Fu una dei più importanti soprano lirico d’Italia; nata nel 1896 a Milano da una famiglia di origine polesana. Sin dalla fanciullezza manifestò le sue straordinarie doti canore tanto che – nonostante le perplessità paterne e dopo essere stata ascoltata da Maria Letizia Bonaparte – iniziò a studiare canto con Emma e Lorenzo Molajoli, noto direttore d’orchestra. Grazie a loro Rosa debuttò nel 1920 al Teatro dell’Opera di Roma con il ruolo di Micaela nella Carmen di Bizet. Ebbe così inizio la sua carriera artistica: interpretò Siébel in Faust, Desdemona in Otello, Mimì nella Bohème di Puccini e l’eroina in Iris di Mascagni. La svolta, però, arrivò nel novembre del 1925, quando le fu proposto il ruolo di Cio-Cio-San nella pucciniana Madame Butterfly, alla Scala di Milano e sotto la direzione del maestro Arturo Toscanini, terribilmente turbato dal fiasco della prima nel 1904. Quella volta, invece, il successo fu clamoroso e di lì in avanti la Pampanini divenne una presenza fissa in tutte le opere di Puccini e della Giovane Scuola, ma soprattutto vessillo del bel canto italiano all’estero.

Dopo aver sommariamente delineato il personaggio, Argentieri ha regalato ai presenti la possibilità di ascoltare l’audio originale di un’intervista al soprano, in cui ella stessa racconta come si è preparata per la celebre Madame Butterfly.

Con il suo timbro acceso e impetuoso ma anche schietto e robusto, Rosetta rappresentò alla perfezione il gusto verista dell’epoca e quella tipologia di donna appassionata e disposta a morire per amore. Fu, infatti, Rossini a volerla come interprete di una sua tarantella (“La Danza”), ricca di virtuosismi e guizzo. Fortunatamente Argentieri è riuscito ad ottenere anche questa registrazione e ha così potuto allietare la platea con la voce dell’artista.

L’elevatissimo livello ormai raggiunto da Rosetta è dimostrato anche dal suo prestigioso medagliere, il quale conta delle insegne del re di Norvegia, di Svezia e dalla Repubblica Italiana che la investì del titolo di Cavaliere. Ma a latere, un aspetto divertente da citare, è la sua partecipazione in qualità di testimonial del Bitter e del Cordial Campari, in quanto di bell’aspetto e “assidua e moderata consumatrice” degli stessi.

Venendo al legame con Bari, tessera dopo tessera il mosaico è stato ricostruito, riducendo notevolmente la distanza storica e geografica tra la Pampanini e l’autore. Quest’ultimo è venuto a conoscenza di varie circostanze che condussero più volte la soprano a Bari: si recò nel capoluogo pugliese da giovane per studiare all’Istituto Sacro Cuore e più tardi vi fece ritorno da grande protagonista per un’esibizione al Teatro Petruzzelli. Nel 1930, inoltre, partecipò a un lussuoso gala al Circolo Canottieri Barion, durante il quale conobbe colui che sarebbe diventato successivamente suo marito Francesco Diomede (nonché il fratello del nonno materno di Argentieri).

Quanto fin qui detto, seppur in estrema sintesi, è il contenuto della monografia sulla Pampanini, realizzata con passione, raccogliendo interviste, aneddoti raccontati dalla protagonista stessa, immagini di vita privata e di scena, documenti, memorabilia, discografia, cronistoria artistica e tanto altro. Ma indubbiamente uno dei pezzi forti dell’intero scritto è la prefazione a cura di Simonetta Puccini, nipote del compositore, la quale scrive: «Era una persona estremamente generosa e buona. La ricordo ancora mentre contempla in religioso silenzio la tomba di Giacomo Puccini, sepolto nella Cappella della Villa Museo di Torre del Lago».

Ritratti di Viviana Gernone

Ad accompagnare il discorso, c’è stata la ritrattista barese Viviana Gernone, la quale seduta stante ha realizzato un meraviglioso e accuratissimo ritratto di Rosetta nelle vesti di Madame Butterfly. Il lavoro della Gernone ha sposato perfettamente la presentazione del soprano, confermando ancora una volta la sua abilità nel disegno e i già numerosi premi e riconoscimenti ricevuti anche dal critico Vittorio Sgarbi. Interessantissimi, inoltre, i video di speed painting che realizza e carica sul suo canale YouTube.

Infine, è bene ricordare, che l’inizio della stesura del saggio di Argentieri coincide causalmente con due ricorrenze importanti: i centododici anni della “prima” di Madama Butterfly alla Scala di Milano e i centocinquant’anni, invece, dalla nascita del maestro Arturo Toscanini.

Ha concluso l’incontro di presentazione la Presidente della Commissione “Risorse e qualità della Vita” I Municipio (Bari), Angela Perna, la quale ha rinnovato il suo obiettivo di creare sempre di più una sinergia con il mondo della cultura «affinché i momenti culturali divengano parte dell’asse di sviluppo sociale del nostro territorio, offrendo l’opportunità di preservare e diffondere il patrimonio culturale, rafforzando al contempo, i legami sociali, l’orgoglio locale e l’identità della comunità».

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