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Piedi di Piombino

Oggi a Piombino iniziano le procedure per garantire nuove forniture di gas dall’anno prossimo. Primo atto di FdI alla nascita del governo Meloni: il ricorso al TAR del sindaco meloniano… 

di Maria Teresa Olivieri  

La vera novità del Governo Meloni è che nasce con uno screzio interno al Partito di Governo, un atto del Governo precedente e l’appoggio del Partito di opposizione su una decisione locale. Tutto questo avviene con il rigassificatore di Piombino.

Tutta colpa della guerra, forse, che ha costretto il Paese a farsi i conti in tasca con la propria sovranità energetica, ma fatto sta che nonostante si trovi all’alba del decisionismo della XIX legislatura, il rigassificatore è ‘figlio’ del Governo tecnico di Mario Draghi.

Nella sua ultima conferenza stampa in settembre l’ex premier Draghi aveva usato parole impegnative, quasi a indicare la strada al futuro governo: “Il rigassificatore di Piombino è essenziale. È una questione di sicurezza nazionale”. È vero c’è stata la Conferenza dei servizi della Toscana che ha espresso “parere favorevole con prescrizioni”, quindi un esito positivo, per la collocazione della nave rigassificatrice a Piombino.

Ma tocca ribadire che il sì della Conferenza dei servizi è, in qualche modo, un successo postumo del governo Draghi.

A rimarcare l’anomalia anche l’appoggio del Governatore della Toscana del Partito che ha giurato ferma opposizione a Giorgia Meloni, il Partito democratico. Il presidente della Regione Eugenio Giani, in veste di commissario straordinario del Governo, ieri ha firmato l’autorizzazione all’installazione del rigassificatore che resterà nel porto di Piombino tre anni.

Il presidente ha voluto ribadire l’interesse pubblico che tutto questo significa: “Per 60 milioni di italiani vuol dire l’abbassamento delle bollette, la possibilità di offrire un servizio, la possibilità di dire che il gas è qualcosa che si può avere in Italia con più facilità, senza dipendere dalla Russia. Il mio principale motivo nello svolgere questa funzione è il servizio a 60 milioni di italiani e, questa mattina, sono soddisfatto, perché sento che a 60 milioni di italiani che soffrono per l’aumento delle bollette, alle imprese che rischiano la chiusura, noi abbiamo fatto un servizio positivo”.

Tuttavia non la pensa così il primo cittadino Francesco Ferrari, del partito di FdI, secondo cui la firma dell’autorizzazione alla realizzazione dell’opera fin da subito era per “concedere l’autorizzazione, non a valutare la fattibilità dell’opera, e non ha tenuto conto delle enormi criticità che il Comune di Piombino ha sollevato”.

Ed è da qui che parte per ribadire la ferma opposizione del Comune – e del territorio – al progetto Snam proposto dal governo e sposato dalla Regione, con la conferma di voler “impugnare l’autorizzazione di fronte al Tar. Lo avevamo detto e lo faremo”.

Il Primo Cittadino annuncia battaglia: “Il percorso amministrativo, così come impostato dal commissario straordinario Giani – aggiunge – è stato proiettato fin da subito a concedere l’autorizzazione, non a valutare la fattibilità dell’opera, e non ha tenuto conto delle enormi criticità che il Comune di Piombino ha sollevato. Inoltre, lo ha addirittura voluto blindare attraverso l’intesa Stato Regione, un atto prettamente politico. Il decreto che disciplina l’iter burocratico parla chiaro: il governo propone l’opera e la Regione si fa garante del territorio chiedendo anche un parere alla Provincia e al Comune. Il parere del Comune è stato ovviamente negativo ma Eugenio Giani, questa volta in qualità di presidente della Regione, ha comunque firmato l’intesa”. E sul memorandum: “un documento che sembra più un tentativo di lavarsi la coscienza che uno strumento concreto per il rilancio del territorio. Quel documento è una lista di richieste vuota e lontana dalle reali esigenze”.

In realtà la decisione di Giani ha spaccato in Estate il partito di Meloni, con anche il deputato livornese, Fabrizio Rossi, sempre di FdI, totalmente in disaccordo con Cingolani. ma il vero problema è che contro il rigassificatore è il suo braccio destro e cognato: Francesco Lollobrigida, per il quale si tratta di una questione di principio e nella città di Piombino, che FdI amministra col suo sindaco Francesco Ferrari, “non possiamo rimangiarci la promessa che abbiamo fatto alla nostra gente”. Di più, “non possiamo esordire al governo con un cedimento”.

foto greenreport.it

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