Dopo il picco di un anno fa, la tendenza non accenna a diminuire
di Alberto Ferrigolo
AGI – La stagione delle grandi dimissioni dal mondo del lavoro ha raggiunto il suo apice più o meno un anno fa quando un numero esorbitante di americani, più di 4,5 milioni di individui, hanno a vario titolo ma all’unisono lasciato le proprie posizioni lavorative sicure.
Anche perché, sottolinea il Post, “gli effetti a lungo termine del coronavirus non sono ancora del tutto chiari, poiché si stima che 4 milioni di persone siano disperse dalla forza lavoro, secondo la Brookings Intitution. O che il mercato del lavoro non si sia ancora assestato del tutto o questa sia invece “la nuova normalità”. In ogni caso, riferisce il giornale, “otto americani che hanno lasciato il lavoro l’anno scorso hanno condiviso le loro storie con il Washington Post. Parlano di liberazione e autonomia, di sacrifici fatti ma di essersi presi cura di sé e dei propri gatti a casa.
C’è per esempio chi come Brian Atkinson, nickname “Kodaq 32”, è passato dal fare l’insegnante ad essere un conduttore radiofonico la cui mission è diventata quella di dire alle persone che “smettere di fumare non renderà la tua vita lavorativa più facile”; oppure chi come Mercury Stardust, tecnica della manutenzione nota come Trans Handy Ma’am su TikTok, è passata ad essere una creatrice di contenuti mentre Danny Randall, 52 anni, da consulente nell’ambito dei servizi presso una concessionaria du automobili, ha deciso di dedicarsi totalmente a sua moglie affetta da sclerosi multipla. Amy Forkner, 56 anni, invece ha lasciato l’ospedale a St. Cloud nel Minnesota dove face l’infermiera optando decisamente per la pensione dopo 30 anni di duro lavoro.
I casi sono i più diversi: da host di un ristorante a barista, da istruttore sanitario a ingegnere di software oppure da responsabile del cambio turni a grafico, da funzionario a copywriter.
Insomma, la pandemia ha indotto una bella fetta di popolazione a cambiar lavoro e il cambio di lavoro ha fatto scoprire che il mondo non è poi male e pure vario. E che l’importante è avere un buon salario…