Principale Arte, Cultura & Società Russia – Strategia politica militare del dittatore Putin

Russia – Strategia politica militare del dittatore Putin

Le gravi conseguenze economiche scatenate dal conflitto Russia-Ucraina REDAZIONE ALTAMURA - ALTA MURGIA

Foto di copertina: Prof. Pietro Pepe

Riflessioni geopolitiche del Prof. Pietro Pepe, già Presidente del Consiglio Regione Puglia

ln questo tempo forzato tra le mura di casa, assediato dalle tragiche e sconvolgenti notizie di nuovi massicci bombardamenti in Ucraina e del rischio di un possibile conflitto nucleare, ho maturato l’idea di indagare sull’attuale politica estera della Russia.

Sono partito dalla conoscenza, nei limiti del consentito, del probabile disegno politico militare del dittatore Putin, alla luce degli obiettivi principali che lo stesso ha dichiarato di volere realizzare dopo le continue invasioni dell’Ucraina, e che, a mio giudizio potrebbero essere:

-la messa in discussione della cultura Occidentale;

-la divisione dell’Unione Europea.

La guerra in Ucraina, iniziata a febbraio di quest’anno purtroppo non si sa quando finirà, stando alle ultime e ciniche dichiarazioni del presidente russo, che in modo spavaldo, ha annunciato: è appena cominciata. Questo conflitto rimane in cima alle cronache per il suo reale impatto economico e politico per tutto il mondo e sicuramente segnerà nella nostra storia un prima e un dopo.

Le attuali ambizioni della Russia, è bene ricordarlo, evocano il passato quando il Paese arrivava sino alla Finlandia e alla Svezia da un lato, e a|l’Alaska dall’altro. Una espansione, dunque, mossa da motivi politici, economici, militari e religiosi, e l’Europa, il mondo si troverà, nei mesi a venire, dinnanzi a problemi di approvvigionamento energetico e di sicurezza alimentare.

Infatti La Russia domina il mercato energetico e il conflitto ha già fatto impennare i prezzi dell’energia, del gas, del petrolio e del carbone, senza dimenticare la riduzione delle esportazioni di grano. ln molti si chiedono come mai le tante altre guerre che sono attive in ogni parte del mondo e che sembra siano state dimenticate non hanno creato tanto allarme e preoccupazione nell’opinione pubblica.

Sicuramente le atrocità e le stragi dei civili dentro questa oppressione, accanto allo sconfinato amore per il potere dell’attuale Zar, e alla dichiarata esaltazione del ruolo di grande potenza mondiale della Russia, nei confronti degli Stati Uniti e della Cina; una politica di espansione, supportata da calcoli economici e finanziari, per ricostruire le unioni delle repubbliche socialiste sovietiche e avere uno sbocco nel Mediterraneo.

ll piccolo Zar di Mosca, certo non è la replica del folle Caporale di Monaco, Hitler, ma non trova molti ostacoli nell’attuare il suo disegno, che ha preso il via dalla confinante Georgia e poi ha attraversato la Crimea, il Donbas per puntare all’intera Ucraina che per i Russi rimane una nazione inventata ed è una piccola Russia.

Da questa premessa ha origine la “messa in discussione” della cultura occidentale, e della forza attrattiva della sua civiltà, antica, fondata, soprattutto sui principi di libertà e di democrazia e per cercare di giustificare il persistente autoritarismo monocratico e il “dírigismo “ economico del presidente Putin e del suo cerchio magico. A meno che non sia impazzito non posso pensare che uno ”Spione” di così alto livello, protagonista da oltre trent’anni sulla scena internazionale sogni di distruggere una storia antica millenaria rappresentata dalla cultura occidentale.

Le sue origini, partono dal vicino Oriente “culla della civiltà” quale premessa necessaria al fiorire della cultura Greca e Romana. Furono i fenici, i primi, a sostituire gli “ideogrammi cioè i disegni, con i segni fonetici della lingua” a costruire le città, a praticare il commercio, ad individuare le tecniche per la lavorazione del vetro, del metallo e delle pratiche mediche e matematiche ed astronomiche, e ad utilizzare la “scrittura alfabetica”.

A seguire dobbiamo fare riferimento alle Piramidi Egiziane per arrivare al Partenone greco e al Colosseo romano. Cioè al modello della città-stato, e alle strutture politiche culturali espresse dalla Grecità fatta inizialmente dal regime aristocratico di alcune famiglie, con la loro tirannia sino alla democrazia che si consolida nella cultura romana.

Dunque la civiltà occidentale è nata grazie al miracolo greco che assieme alle guerre tra Sparta-Atene fino all’arrivo dei Persiani, propone in modo nuovo, una idea di sviluppo economico e scientifico e getta le basi della filosofia, del diritto, dell’educazione, dello sport e dei giochi. Recepita e integrata dall’epoca romana della straordinaria influenza del pensiero giuridico-cristiano, sono alla base della cultura europea. La stessa Bibbia per secoli è circolata nella sola versione “Latina”, lingua dell’antica Roma e poi del Lazio.

ll nostro viaggio, però non può prescindere dall’evidenziare le terre antichissime della regione “Giordania in Africa” dove passarono Abramo-Giobbe-Mosè-Elia-Giovanni -Battista e Gesù. Fu Lui in particolare a percorrere con i discepoli la valle del Giordano, prima della passione, da Cesarea a Gerusalemme. Fiorisce il cristianesimo e nel quarto secolo d.C. diventa religione di Stato con l’imperatore Giustiniano, in sintonia con l’editto cli Costantino, suo predecessore.

Dunque la civiltà occidentale è il frutto di queste tre culture, la greca, la romana e la cristiana. Si passa alla costituzione nel Sacro Romano impero con Carlo Magno nel ‘900, ostacolato negli anni del medioevo dai barbari al Nord, dagli slavi ad Est e dall’islam a sud. È il tempo delle tre crociate e delle diverse dinastie: gli svevi, gli angioini, gli aragonesi sino alla scoperta dell’America e della modernità e per consegnarci ai nuovi contributi culturali all’epoca contemporanea.

Ora per quanto sia elevata la potenza distruttiva dei Russi è assai improbabile che Putin e i suoi gerarchi possano cancellare la cultura occidentale e il suo mondo, avendo la stessa già respinto sia il nazi-fascismo con i suoi orrori, che è la diffusione del comunismo e tenuto testa alla lunga guerra fredda del secolo scorso grazie anche alla Perestoika di Gorbaciov, deceduto il 1° Settembre di questo anno.

ll secondo obiettivo annunciato con l’invasione dell’Ucraina è la divisione delI’Europa per indebolire la NATO. Dalla divisione in due blocchi alla fine del conflitto mondiale e alla adesione alla NATO, dei paesi occidentali è sorto in opposizione “il Patto di Varsavia” dei paesi socialisti; già dal 1951 inizia nell’Europa occidentale il processo di integrazione economica seguita da quella politica cioè dal varo dell’Unione Europea che è attualmente rappresentata da 27 paesi e si è maggiormente fortificata di fronte alla prepotenza di Putin.

C’è da dire che il fallimento della Russia come società moderna suscita interrogativi sulle responsabilità dei paesi più sviluppati, gli Stati Uniti e l’Europa, perché non hanno capito cosa stava avvenendo oltre l’ex Cortina di ferro.

Molti hanno pensato che bastasse esportare il capitalismo per far trionfare la democrazia e il diritto. L’occidente ha coltivato questa illusione e tollerata la ipocrisia. Ora è il momento di reagire in modo unitario fermando la guerra ad ogni costo per i suoi risvolti terribili e sanguinanti che sono sotto gli occhi di tutti.

ll grande politico Giorgio la Pira ci ha insegnato di negoziare sempre, anche con i briganti, pur di avere la pace.

Dopo giorni di missili e strategie accompagnati da minacce continue di una possibile invasione totale della Ucraina, è arrivata la notizia, che speriamo regga, di una possibile tregua che l’Onu, gli Usa, la Russia hanno pensato di realizzare attraverso le diverse mediazioni, portate avanti da Egitto, Israele e Palestina al fine di evitare i rischi di un conflitto Nucleare.

 

 

 

 

 

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