Il ministro dell’Economia in audizione sulla Nadef annuncia una possibile rateizzazione degli oneri per l’energia elettrica e conferma fino a fine anno della riduzione delle accise sui carburanti. Il superbonus sarà rivisto in modo selettivo. Il Def sarà presentato entro tre settimane
di Andrea Managò
AGI – La manovra economica, la prima del governo di Giorgia Meloni, arrviverà al massimo tra 3 settimane. A tracciare le scadenze per arrivare al Dpb è il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, oggi in audizione di fronte alle Commissioni speciali congiunte di Camera e Sentato. “Ho dato un termine di massimo 3 settimanema, ragionevolmente, due mi sembra il target realistico”, spiega il titolare del Mef.
Ventuno miliardi contro la crisi energetica
L’esecutivo intende destinare 21 miliardi di euro interamente alla mitigazione degli effetti del caro energia su imprese e famiglie. Alcune risorse potrebbero arrivare dalla rimodulazione del reddito di cittadinanza. Altre dalla revisione selettiva del superbonus edilizio.
Pesa la congiuntura economica, con la guerra in Ucraina in corso da quasi 9 mesi, la corsa dei prezzi e la crescita dei tassi di interesse per frenare l’inflazione. Ma incide anche la struttura demografica del Paese, con il conto del sistema pensionistico che per il periodo 2022-2025 peserà per 50 miliardi di euro.
Un primo provvedimento sull’energia arriverà già domani, con il Dl aiuti quater, in Consiglio dei ministri. “Con il prossimo decreto-legge saranno confermate, anche per dicembre 2022, le misure che riconoscono, a parziale compensazione dei maggiori oneri sostenuti, contributi straordinari, sotto forma di crediti d’imposta, per l’acquisto di energia elettrica e gas naturale”. Inoltre sara’ prorogata fino al 31 dicembre 2022 la riduzione delle aliquote di accisa sul carburante.
Quanto alla manovra, in considerazione dell’incertezza del quadro economico, Giorgetti spiega che il governo “è intenzionato a destinare le risorse disponibili per il 2023, circa 21 miliardi, al contrasto della crisi energetica, favorendo al contempo politiche di contenimento dei consumi e di risparmio energetico“.
Poi ricorda che “spetterà al Parlamento decidere l’entità e la destinazione al sostegno alle imprese e alle famiglie più svantaggiate”. Il ministro rivendica l’approccio prudente nelle stime sulla crescita.
A pesare sui conti pubblici c’è il capitolo pensioni. Le nuove stime di inflazione, annuncia il titolare del Mef, determinano “una diversa ipotesi di indicizzazione, che comporta maggiori oneri per 7,1 miliardi nel 2024 e 5,6 miliardi nel 2025. Se consideriamo il periodo 2022-2025, la spesa per pensioni assorbira’ risorse per oltre 50 miliardi”. Potrebbe non essere esclusa quota 41 come misura da introdurre, in attesa di una riforma complessiva del settore pensionistico.
Altri fondi potrebbero arrivare dalla revisione del reddito di cittadinanza e del superbonus edilizio. Su quest’ultima misura Giorgetti è netto: “mai visto un provvedimento che costa cosi’ tanto in favore di pochi”. E annuncia: “Sarà rivisto in modo selettivo. Questo governo non ritiene equo destinare una massa di risorse cosi’ ingente a una limitatissima fetta di cittadini, per reddito e per prima e seconda casa, queste risorse potevano essere destinate in un altro modo”.
La flat tax incrementale
Allo studio del governo c’è anche l’ampliamento della flat tax incrementale. Ovvero, spiega il inistro, la possibile “estensione della soglia di ricavi e compensi che consente ai soggetti titolari di partita Iva di aderire al regime forfetario e un regime sostitutivo opzionale per i contribuenti titolari di redditi da lavoro o di impresa non aderenti al regime forfetario che potranno assoggettare ad aliquota del 15% una quota dell’incremento di reddito registrato nel 2022 rispetto al maggiore tra i medesimi redditi dichiarati e assoggettati all’Irpef nei tre anni d’imposta precedenti”.
Per il futuro il governo pensa anche ad un intervento sugli extraprofitti per accumulare altre risorse. “Sicuramente ci sarà una proposta da parte del governo sugli extraprofitti – spiega Giorgetti – stiamo cercando di mettere a terra un sistema che funzioni e produca risultati”.
Al vaglio anche la possibilita’ di introdurre una misura simile a quella gia’ applicata in Germania che consenta alle imprese di riconoscere ai dipendenti una indennita’ fino a 3.000 euro con esenzione totale delle tasse.