Il presidente cinese Xi Jinping incontrerà il suo omologo statunitense Joe Biden e il presidente francese Emmanuel Macron al vertice del G20 nella località indonesiana di Bali la prossima settimana. I due hanno in programma di affrontarsi faccia a faccia per la prima volta come leader nazionali, in un momento in cui sospetto e animosità definiscono il rapporto tra Stati Uniti e Cina. Biden e Xi si sono incontrati di persona l’ultima volta durante l’amministrazione Obama e da allora i legami degli Stati Uniti con la Cina sono scesi al livello più basso degli ultimi decenni. In particolare dal viaggio di agosto della presidente della Camera degli Stati Uniti Nancy Pelosi a Taiwan, l’isola democratica autogovernata, che Pechino sostiene come il suo territorio.
Summit G20: Biden incontrerà Xi
Ora è un clichè dire che siamo in una nuova era di competizione tra grandi poteri, ma questo non lo rende falso. La nuova strategia di sicurezza nazionale degli Stati Uniti e l’imposizione di controlli draconiani su chip di computer avanzati e tecnologie correlate rendono ampiamente chiaro che Biden vede la Cina come un rivale stategico a lungo termine. Il presidente cinese Xi Jinping sembra avere un’opinine simile. La Cina è il principale rivale strategico di Washington e la seconda economia mondiale dopo gli Stati Uniti. Tuttavia Biden ha cercato relazioni stabili con Pechino. Nonostante le tensioni su Taiwan, il Mar Cinese Meridionale, il commercio e una serie di altre questioni. La Casa Bianca afferma che Biden incontrerà Xi per “discutere gli sforzi per mantenere e approfondire le linee di comunicazione”, nonché come “gestire responsabilmente la concorrenza e lavorare insieme dove i nostri interessi si allineano “.
Cina e Usa: la nuova guerra fredda
L’amministrazione Biden ha sostanzialmente posto fine all’era in cui gli Stati Uniti hanno sostenuto l’ascesa della Cina attuando di fatto, il suo ingresso nelle relazioni economiche in tutto il mondo. Ora, il presidente Biden, vede in Xi un leader che si è evoluto da una controparte dura in un sovrano autocratico implacabile. Che ha rafforzato la sua presa sul potere a livello nazionale ed è diventato più conflittuale come avversario globale. Da allora l’amministrazione Biden si è mossa in modo aggressivo per controllare la capacità della Cina di promuovere le sue ambizioni tecnologiche e militari, il che ha attirato feroci rimproveri da Pechino. La Cina “è l’unico Paese con l’intento di rimodellare l’ordine internazionale e, sempre più, il potere economico, diplomatico, militare e tecnologico per portare avanti tale obiettivo”, ha scritto Biden in un documento sulla strategia di sicurezza nazionale pubblicato a ottobre. Una strategia di difesa pubblicata dal Pentagono nello stesso mese ha delineato la Cina come una minaccia crescente. Sottolineando i suoi sforzi per rafforzare il suo arsenale nucleare. Ma la loro disputa più infiammabile riguarda Taiwan. Taiwan e le questioni di sicurezza sono state al centro di ogni colloquio di leadership tra Biden e Xi, mettendo in ombra l’insistenza di Biden sul fatto che gli Stati Uniti e la Cina possano cooperare sui cambiamenti climatici, la sicurezza sanitaria e altre crisi globali. Funzionari statunitensi si aspettano lo stesso a Bali. Naturalmente, Xi si sente minacciato. Sa che sotto Biden, il Partito Comunista Cinese ha un rivale formidabile e determinato.