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Intervista a Maurizio Gagliano, imprenditore barese proprietario di 50 opere di Salvador Dalì

Maurizio Gagliano, imprenditore barese appartenente alla nota famiglia di editori e venditori di libri, di Arte ed edizioni artistiche, è proprietario dei diritti esclusivi di riproduzione di circa 50 opere del celebre Salvador Dalì, nonché editore e direttore di Mediterranea TV, una giovane emittente televisiva pugliese. Ho avuto il piacere di intervistarlo.

È nato e cresciuto tra i libri e l’Arte. Com’è arrivato ad acquisire i diritti esclusivi sulle opere del maestro Dalì?

Mio padre nel 1963, a soli vent’anni, venne assunto dalla Rizzoli Editore spa come Agente di vendita per la Puglia. Poi nel ’70 con la fusione tra la Rizzoli e una storica Casa d’aste italiana di Arte nacque la Rizzoli Finarte spa. Cominciarono a spopolare le famose Enciclopedie Larousse, vendute con il sistema rateale, le quali contenevano le opere di tutti gli artisti esordienti del momento tra cui Fontana, Burri, De Chirico, Picasso, Balla, Schifano, e mediante tale modalità di pagamento era molto più facile divenire fruitori d’Arte. In seguito l’editore Andrea Rizzoli ebbe l’idea geniale di commissionare a Salvador Dalì le illustrazioni (50x70cm) di una edizione speciale della Bibbia, formata da cinque grandi volumi a tiratura limitata. Per farle capire, a quei tempi un quadro di Dalì valeva 16milioni di lire; oggi la suddetta Bibbia viene battuta all’asta sugli 80-90 mila euro. Successivamente Rizzoli concluse un contratto con la Dalart, la società commerciale che gestiva le opere del maestro surrealista, per averne alcune in esclusiva mondiale. Fu in quell’occasione che mio padre conobbe Dalì e quando poi negli anni 80 la Rizzoli Finarte spa, a causa dello scandalo della P2, venne messa in liquidazione, decise di acquistare i diritti di riproduzione di determinate collezioni del maestro. In seguito mio padre li ha ceduti a me e nel tempo sono riuscito anche autonomamente a rilevarne altri ancora sul mercato.

È diventato così un art broker, creando Salvador Dalì Collection.

La Salvador Dalì Collection racchiude tutti i diritti di riproduzione di cui godo attualmente e le relative opere a cui si riferiscono, opere che non è possibile trovare in alcun museo. Detengo Le Arti (7 soggetti), Il football (3 soggetti) e Le Professioni (11 soggetti). Ho scelto le collezioni perché ritengo siano quelle più rappresentative della vita dell’uomo e quelle che incarnano a pieno il pensiero artistico del maestro, che, dopo il successo iniziale, voleva ampliare il suo pubblico di fruitori. Si tratta di opere a tiratura limitata, ognuna delle quali – come indicato espressamente nel testamento tecnico lasciato da Dalì – deve essere riprodotta con caratteristiche particolari e autenticata con uno specifico timbro a secco. Ho acquisito anche alcuni diritti di riproduzione su circa 25 dipinti della sua Divina Commedia che consta in totale di 111 tavole. Sono opere estremamente affascinanti e nuove per la loro tridimensionalità, dovuta alla tecnica del bassorilievo con cui sono state realizzate.

Come sfrutta attualmente la collezione?

Non ho una esposizione permanente, ma allestisco mostre in tutto il mondo per permettere agli amanti dell’arte visionaria di Dalì di poter ammirare anche questi lavori più di nicchia. Nel 2019, ad esempio – in occasione dell’uscita mondiale di “Alla ricerca dell’immortalità”, il docufilm realizzato dalla Fondazione Salvador Dalì di Figueres – feci una piccola esposizione al Cinema Galleria di Bari. Purtroppo poi con la pandemia mi son dovuto un po’ fermare, ma sto organizzando una mostra importante in Italia e voglio anche riproporre di “La cena di Salvador Dalì”, ossia l’evento artistico-culinario che due anni fa – con il suo primo esperimento a Reggio Calabria insieme allo chef Filippo Cogliandro – ha riscosso grande successo. L’idea è nata perché tra le undici Professioni in mio possesso è raffigurato proprio “Il ristoratore” e tra l’altro Dalì stesso con sua moglie pubblicò nel 1973 “Les Diners de Gala“, un libro di ricette surrealiste e afrodisiache, accompagnate da sue illustrazioni. Ho voluto, perciò, mettere in pratica il connubio cucina-arte che il maestro aveva proposto, regalando agli appassionati sia una cena daliana che una mostra esclusiva dei suoi quadri. L’obiettivo ora è riuscire a renderlo un vero brand da esportare a livello internazionale.

Gagliano con lo chef Filippo Cogliandro

Nel frattempo ha creato anche un’emittente televisiva: Mediterranea TV. Cosa l’ha spinta a darle vita?

Nel 2018 ho conosciuto un ragazzo che, dopo aver partecipato a gare per produrre canali televisivi, ha fondato una sua società. Io, riconoscendone il potenziale, ho deciso di acquistarla e di depositare il marchio d’impresa “Mediterranea TV”. Sono stato spinto semplicemente dalla mia passione per l’editoria. Ormai si sa, le sfide in questo settore sono all’ordine del giorno. Tutte le emittenti tv in Italia che sono sul digitale terrestre godono dei contributi statali con cui poi pagano il proprio gestore di rete. Ma aldilà delle tv che hanno una propria rete, come Rai e Mediaset, le altre realtà sono in serie difficoltà e non so come riusciranno nel tempo a sopravvivere.  Noi, essendo ancora “giovani”, al momento non abbiamo possibilità di accedervi in alcun modo – in quanto i requisiti previsti sono proibitivi e raggiungibili solo dopo molti anni di attività – e, perciò, ci finanziamo grazie alle pubblicità, proponendo un palinsesto incentrato non su cronaca nera o giudiziaria, bensì sul bello: l’arte, la cultura, lo sport e i viaggi.

Come si pone nei confronti dell’utilizzo degli strumenti digitali, come web e social, che ormai hanno cambiato il modo di fare informazione?

Da marzo 2022 il Governo ha deciso di escludere 1.450 piccole emittenti televisive dal digitale terrestre, revocando le autorizzazioni. Io fortunatamente avevo già puntato su Web, App e Smart Tv e, quindi, usando questo tipo di tecnologia, ho ottenuto comunque ottimi risultati. Il futuro è sulle piattaforme, non c’è nulla da fare per evitarlo: tutti usiamo costantemente i cellulari e con l’evoluzione di internet oggi, appena arriva una notifica, in maniera automatica veniamo a conoscenza di notizie o eventi x, cosa che con il digitale terrestre non accade. Dal mio canto io, mediante collaborazioni con altri piccoli editori con i quali condivido le stesse idee, sogni e l’umiltà nel lavoro, sto cercando di creare una rete solida che ci permetta di affrontare il futuro e fronteggiare le difficoltà del mercato come una vera squadra.

Nel 2021 al Gala Art d’Or è stato premiato tra le Eccellenze nella categoria “Comunicazione”. Cosa rappresenta per lei questo riconoscimento?

Beh, sicuramente è di grande prestigio ed è stata l’occasione giusta per conoscere delle figure professionali incredibili, ma ciò che più mi lusinga è soprattutto il fatto di averlo ottenuto per il coraggio – o meglio, forse, la pazzia (ride, ndr) – che ho dimostrato nel lanciarmi in questa avventura. Io l’ho fatto perché ho l’editoria nel sangue: sono nato nel 1968 e appena ho aperto gli occhi mi sono ritrovato circondato da libri; ho iniziato poi anche io a venderli fino a 26 anni, facendo il porta a porta con le enciclopedie, e ho potuto apprendere quelle skills fondamentali per sopravvivere in questo mondo. Non me ne sono più staccato e oggi mi occupo di cultura a 360° tra libri, arte, musica, danza e programmi tv con una sola mission: valorizzare i giovani talenti del mio territorio e del sud perché sono una preziosa risorsa. Sapere che tutto ciò è stato recepito e premiato mi appaga.

“La mia vita senza l’arte sarebbe spoglia”

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http://salvadordalicollection.com

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