Nel 2018, il trader ventottenne Sam Bankman-Fried aveva fondato la società FTX con una missione ambiziosa: consentire lo scambio di criptovalute per appoggiare economicamente cause umanitarie. Le “iniziative benefiche”, nel tempo, avrebbero incluso la lotta ai cambiamenti climatici, il supporto ai vaccini contro il Co.Vi.d/19, l’interessamento sul benessere degli animali e, persino, l’attivismo nelle forniture belliche in Ucraina (quest’ultimo business gli aveva portato la notorietà maggiore).
Tuttavia, però, FTX è stata recentemente costretta a dichiarare fallimento e, secondo le ultime notizie, sarebbero misteriosamente svaniti all’incirca due miliardi di dollari, soldi versati dai proprietari dei crediti valutari digitalmente criptati.
I rapporti di Bankman-Fried con i “dem” USA e con il WEF
In soli tre anni l’imprenditore americano aveva accumulato una fortuna personale straordinaria, grazie al successo di FTX. La società, il cui obiettivo era quello di fornire una piattaforma adatta sia a trader professionisti che agli utenti meno esperti, vantava prodotti finanziari innovativi, tra cui derivati e opzioni di volatilità. Per promuovere queste iniziative le era stata riservata addirittura un’intera pagina sul sito del World Economic Forum (WEF), che è stata prontamente rimossa dopo l’annuncio della bancarotta.
Sam Bankman-Fried, amministratore delegato del gruppo societario, si era soprattutto distinto come uno dei principali finanziatori (dopo George Soros) del Partito Democratico statunitense, in particolare tra il 2021 e il 2022. In un filmato abbastanza recente si era voluto mostrare, a dispetto del benessere economico di cui godeva, come “un ricchissimo speculatore che non rispettava gli schemi“, che non si curava del proprio abbigliamento e che viaggiava ancora a bordo di un’auto modesta – una Toyota Corolla – anziché ostentare una qualunque supercar -. Aveva dichiarato, al contempo, di voler dedicare attenzione esclusiva alle cause umanitarie (anche se gli sviluppi di questi giorni sembrano suggerire come FTX fosse interessata, piuttosto, a “giocare” con operazioni speculative a dir poco “audaci”).
Il criptato giro di soldi che c’è dietro alla guerra
Le indagini della polizia americana sono tuttora in corso e l’improvviso crollo di Bankman-Fried, al momento, indicherebbe che il magnate potrebbe non aver agito in modo tanto “benefico”, come spesso annunciato. Ad esempio, durante la campagna di rifornimento armi all’Ucraina, si sospetta che la società abbia accumulato donazioni in cripto da tutto il mondo ma, anziché convertirle in dollari ed elargirle al governo di Zełenski, la stessa potrebbe aver trattenuto i Bitcoin e versato, alla banca nazionale di Kiev, denaro proveniente dalla propria contabilità, in gran parte valuta prelevata dai depositi degli utenti. Nel frattempo FTX avrebbe continuato a speculare con i vecchi e nuovi soldi criptati tanto da insospettire vari iscritti, che avrebbero cominciato a vendere i propri valori digitali depositati in società, portando al tracrollo della quotazione del Bitcoin (di per sé già molto volatile) e al simultaneo fallimento societario dell’exchange.
Da quanto scritto su Il Sole 24 Ore, fino ad una settimana fa FTX era considerata la seconda piattaforma mondiale per lo scambio di criptomoneta, tanto che il suo “suicidio finanziario” è stato accostato, dall’ex Segretario al Tesoro Lawrence Summers, allo scandalo dell’azienda energetica Enron.
Fonti online:
ByoBlu (testata giornalistica ed emittente televisiva nazionale; articolo di Adalberto Gianuario del 13 novembre 2022), Wikipedia, Il Fatto Quotidiano, (archivio del) sito del World Economic Forum, Piano Finanziario, Avvenire, Il Sole 24 Ore.
Canali YouTube: Forbes, One Minute Economics.
Antonio Quarta
Redazione Corriere di Puglia e Lucania