Il Pontefice alla rivista dei gesuiti ‘America’: “La posizione della Santa Sede è cercare una comprensione”. Poi aggiunge: “Se viaggio, vado a Mosca e a Kiev, in entrambe, non solo in un posto”
“Ho anche pensato di viaggiare, ma ho preso la decisione: se viaggio, vado a Mosca e a Kiev, in entrambe, non solo in un posto. E non ho mai dato l’impressione di coprire l’aggressione. Ho ricevuto qui in questa sala, tre o quattro volte, una delegazione del governo ucraino. E lavoriamo insieme”, ha continuato il Pontefice. “Perché non nomino Putin? Perché non è necessario; è già noto. Tuttavia, a volte le persone si attaccano a un dettaglio. Tutti conoscono la mia posizione, con Putin o senza Putin, senza nominarlo”.
“Vorrei ricordare che proprio in questi giorni ricorre l’anniversario dell’Holodomor, il genocidio che Stalin commise contro gli ucraini (nel 1932-33). Credo sia opportuno citarlo come antecedente storico del (presente) conflitto.
Il sì del Cremlino
Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, si è detto favorevole alla proposta del Vaticano di ospitare i colloqui tra Mosca e Kiev. “Apprezziamo questa iniziativa”, ha detto Peskov nel consueto appuntamento giornaliero con la stampa, anche se ha fatto notare che la posizione di Kiev ha reso questa sede “impossibile”.
La Russia, ha detto Peskov, accoglie con favore le iniziative di alcuni Stati, tra i quali il Vaticano, di fornire una sede per i negoziati con l’Ucraina; tuttavia, tali proposte non possono essere utilizzate “nella situazione attuale” a causa della posizione di Kiev.