E Polo: – L’inferno dei viventi non è qualcosa che sarà; se ce n’è uno è già qui, l’inferno che abitiamo tutti i giorni, che formiamo stando insieme. Due modi ci sono per non soffrirne. Il primo riesce facile a molti: accettare l’inferno e diventarne parte fino al punto di non vederlo più. Il secondo è rischioso ed esige attenzione e apprendimento continui: cercare e saper riconoscere chi e che cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno, e farlo durare, e dargli spazio.
(Italo Calvino, Le città invisibili, A. Mondadori, Milano, 2016: 160)
Sei anni dopo questa mia citazione dell’ottimo Calvino siamo dentro nella guerra russo-ucraina iniziata nel 2014, che non ci aveva coinvolto tanto allora.
Quest’anno ci ha inondato di profughi ucraini ed ha convinto tutti di esser dentro all’inferno.
Ha reso nazionalisti anche noi italiani, che il 25 settembre abbiamo mandato al potere Fratelli d’Italia con la sorella Giorgia Meloni al comando.
In pratica, noi, universalisti nei geni, come ci insegna padre Dante, siamo diventati sovranisti per disperazione.
Abbiamo avuto l’alternativa che io chiedo dal tempo di Riccardo Lombardi.
Io, di sinistra-centro, godo un governo di destra-centro!
Siamo proprio dentro ad un inferno, dei viventi, però.
Essere viventi dà la possibilità diretta di influire sugli eventi, cosa che i morti, santi, possono solo chiedere al Padre nostro pregando.
Ho imparato che preghiera è ka.tar col Qatar dove in questi giorni si gode il calcio, che lì non pratica quasi nessuno, ed il denaro degli emiri, se sei un emiro, un capitalista o un organizzatore di calcio.
Anche questo è l’inferno dei viventi, carissima anima di Calvino, che ti credo in preghiera.
Perché tutti i buoni sostanziali vanno su in Cielo.
Carlo Forin
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