Taiwan Semiconductor Manufacturing Co. ha in programma di costruire una seconda fabbrica di semiconduttori in Arizona e aumentare i suoi investimenti a 40 miliardi di dollari. La struttura aggiuntiva entrerà in funzione entro il 2026 e sarà il primo impianto negli Stati Uniti a produrre chip a 3 nanometri, i più avanzati attualmente disponibili. La dimensione nanometrica si riferisce alla distanza tra i transistor su un chip: più piccolo è il numero, in generale, più potente è il chip. In quanto “cervelli” dei dispositivi elettronici, tali chip sono vitali per qualsiasi cosa, dagli smartphone e veicoli autonomi ai supercomputer e alle tecnologie AI. L’apertura degli stabilimenti contribuirà ulteriormente a rilanciare l’economia dell’Arizona, duramente colpita dalla pandemia. Phoenix aveva un tasso di disoccupazione del 6,5% nel 2020, quando più di 9.000 residenti della città hanno dichiarato bancarotta. Da allora il tasso di disoccupazione è sceso al 3,2%. L’economia dello stato è cresciuta del 6,3% nel 2021, il massimo in 16 anni.
Taiwan produrrà semiconduttori negli Stati Uniti
TSMC, con sede a Taiwan, è il più grande produttore di chip a contratto al mondo e uno dei principali fornitori di Apple. Il primo impianto, che dovrebbe iniziare la produzione nel 2024, produrrà chip a 4 nm del tipo utilizzato per i processori di iPhone 14 Pro. L’annuncio di TSMC arriva mentre Washington sta spingendo forte per la produzione vitale onshore di semiconduttori. Oltre alla loro importanza economica, i chip sono anche visti come vitali per la sicurezza nazionale. Un sentimento che si riflette nell’ultimo round di controlli sulle esportazioni imposto da Washington alla Cina nel tentativo di frenare il suo progresso nei semiconduttori. All’inizio di agosto, Biden ha firmato il CHIPS and Science Act stanziando 52,7 miliardi di dollari in prestiti, sovvenzioni e altri incentivi, nonché altri miliardi in crediti d’imposta per incoraggiare gli investimenti nella produzione di semiconduttori negli Stati Uniti. E tenere a bada la Cina rivale. Oltre ai piani di investimento ampliati di TSMC, anche Samsung sta costruendo un impianto da 17 miliardi di dollari in Texas, mentre il principale produttore di chip statunitense Intel ha investito almeno 40 miliardi di dollari per costruire impianti in Arizona e Ohio.
Taiwan e il grande conflitto di potere tra USA e Cina
Le crescenti tensioni politiche tra Cina e Taiwan, l’isola democratica autogovernata in cui ha sede TSMC e che Pechino vede come parte del suo territorio, hanno ulteriormente accelerato la spinta di Washington a diversificare la produzione di chip. Questa fiducia, tuttavia, non è condivisa da tutti a Taiwan. Le imprese e la popolazione si sono abituate a essere una parte insostituibile della catena di approvvigionamento globale. Questo però rende il Paese un rischio dal punto di vista dei clienti internazionali. La Cina ha ripetutamente minacciato di invadere l’isola, che Pechino considera una provincia rinnegata. In tal caso, l’Occidente perderebbe il suo più importante fornitore di chip.