Principale Ambiente, Natura & Salute Europa Verde risponde all’On Barbaro suò caso Ispra ed ex Ilva

Europa Verde risponde all’On Barbaro suò caso Ispra ed ex Ilva

La magistratura è intervenuta nuovamente sull’ILVA con un’inchiesta a carico di alcuni dirigenti dell’ARPA Puglia e dell’ISPRA,  responsabili delle attività di verifica e controllo dell’attuazione del Piano Ambientale.

Eppure la relazione positiva di ISPRA, a consuntivo del primo semestre 2022, proprio in merito all’avanzamento del suddetto Piano Ambientale, sembrava favorire il dissequestro dell’area a caldo, come richiesto dall’azienda per concludere l’acquisto degli impianti. Relazione, ovviamente, accolta con grande soddisfazione dai cultori dell’acciaio.

La magistratura si conferma un formidabile baluardo per la tutela della salute pubblica. I tarantini però hanno anche un altro strumento: la politica. Ieri è stata discussa l’interrogazione presentata dall’on. Angelo Bonelli, co-portavoce nazionale di Europa Verde ed eletto alla Camera dei Deputati in Alleanza Verdi e Sinistra. L’interrogazione ha chiesto al Governo di spiegare in che modo intenda tutelare l’ambiente e la salute pubblica alla luce dei picchi di benzene e benzopirene rilevati dalle centraline ARPA nel quartiere Tamburi e quale sia la valutazione del Governo relativamente all’inchiesta sui controllori ISPRA e ARPA di cui si è avuta notizia nella stessa giornata di ieri.

Il Sottosegretario Barbaro, in sostituzione del Ministro Pichetto Fratin, in un asettico politichese, ha snocciolato una serie di risultati a suo dire positivi e ha evitato di rispondere sulle questioni principali. Il Sottosegretario ha negato i dati sul benzene rilevati dalle centraline ARPA e li ha considerati astrattamente senza accogliere l’invito a introdurre limiti più stringenti,  tenendo conto anche della matrice “qualitativa” di questi inquinanti, fattore che ne caratterizza fortemente la nocività.

La chicca finale  del Sottosegretario è stato un elogio rafforzativo sui valori emissivi del benzo(a)pirene, sia nelle medie che nei picchi, salvo poi svelare che, da parte di ISPRA e ARPA, “sono in corso attività di approfondimento” per, citiamo testualmente, “individuare le sorgenti dell’area potenzialmente oggetto di emissioni convogliate e diffuse di benzene”.

Insomma, banalmente ci domandiamo: cosa fa sospettare al Sottosegretario, a ISPRA e ad ARPA, che ci siano fonti emissive non monitorate?

In definitiva il Governo non ha risposto a nessuno dei punti sottoposti dall’on. Bonelli, comportamento del tutto in linea con quello che i cittadini e le cittadine di Taranto hanno subito per mano delle istituzioni negli ultimi quattordici anni, periodo che coincide con l’assenza dei Verdi dal Parlamento e dal governo del Paese.

Il diritto a un ambiente sicuro e rispettoso della salute è stato rafforzato con una modifica della Costituzione a febbraio di quest’anno, ma quando si tratta di Taranto, il Governo non mette in campo nulla di coerente con la tutela dei diritti fondamentali di chi vive in terra ionica. A Genova e Trieste è andata diversamente. Alla richiesta di Angelo Bonelli di porre fine alle emissioni nocive, il Sottosegretario ha dato una risposta burocratica  ma chiara: il Governo Meloni intende proseguire con questo accanimento terapeutico che è dannoso per la salute pubblica, per quella dei lavoratori e per le casse dello Stato.

Europa Verde, al contrario, ha indicato fin dal 2012 una via d’uscita per tutelare le vittime di questa ingiustizia: chiudere l’area a caldo, smantellare gli impianti, bonificare l’area a caldo e impiegare gli operai nelle opere di riqualificazione e riconversione come è stato fatto a Bilbao e nel bacino della Ruhr e come si sta facendo a Trieste.

Fulvia Gravame

Co-portavoce regionale Europa Verde Puglia

Antonio Lenti

Consigliere comunale Europa Verde Taranto

Eliana Baldo

Co-portavoce cittadina Europa Verde Taranto

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