Taranto non dimenticherà Eva Degl’Innocenti
di Evelyn Zappimbulso
Il passato serve per il futuro. Taranto a volte lo dimentica quando spinge verso visioni futuriste che stentano a decollare se non ancorate a solide radici. In sette anni, Eva degl’Innocenti, direttrice uscente del Museo Archeologico di Taranto, ha dimostrato alla città che l’archeologia ha un valore importantissimo, perché ci aiuta a conoscere gli uomini e le donne che ci hanno preceduto, determinando un legame identitario con il passato. Con questa consapevolezza e un po’ di amarezza per il suo esordio tarantino, Taranto saluta la donna che con determinazione, lavoro di squadra e co-progettazione di qualità ha reso il suo MarTA autentico motore identitario, di ricerca e formazione. La ricerca è stata messa al primo posto, infatti, nella politica curatoriale del muso e così lo studio di restauro è uscito da dietro le quinte per farne comprendere la complessità del lavoro e le competenze impiegate. Sono stati aperti laboratori per le scuole nello stesso museo che da spazio di osservazione è divenuto anche elemento educativo.
Valorizzazione del patrimonio di deposito, catalogazione e digitalizzazione, che quest’anno porterà alla messa online di un database di 40mila opere; più 119 per cento di introiti, oltre il 40 per cento di incremento di visitatori, arrivato talvolta al 50 per cento. Tutti successi alla base della molteplicità di proposte e attività promosse negli ultimi anni dal museo archeologico tarantino grazie alla dedizione della Degl’Innocenti. Una direzione, determinata e donna, che si è spesa per sottoscrivere protocolli d’intesa e convenzioni con istituti scolastici, atenei, centri di ricerca, sia italiani che stranieri e collaborazioni con l’associazionismo del territorio e gli stakeholder economici. Facendo dell’istituzione museale tarantina un perno di sviluppo economico, oltre che culturale, di cui il territorio ha beneficiato anche in termini occupazionali e di cui godrà negli anni a venire. Eva Degl’Innocenti ora passa alla guida dei Musei civici del capoluogo emiliano ed il museo di Taranto, uno tra i venti ad autonomia speciale d’Italia, diventato tale proprio in concomitanza con il suo mandato, non deve riperdere la memoria rimpiombando in una politica culturale basata su di una visione passatista dell’archeologia. Eva Degl’Innocenti ha insegnato ai tarantini che amano Taranto che serve il dialogo, il confronto, soprattutto tra passato e contemporaneità.
Grazie ai finanziamenti europei, non ultimi i fondi previsti dal PNRR, nei prossimi mesi sarà anche più funzionale e piacevole la fruizione del museo. Oltre alla digitalizzazione, infatti, si è lavorato sul nuovo allestimento che vedrà la luce nel corso di quest’anno, con il restyling del chiostro interno, ripensato nella sua dimensione vegetale, oltre all’inaugurazione di una caffetteria adiacente alla nuova hall e alla riapertura dell’ingresso su corso Umberto.
Il museo è diventato ritrovo di comunità. L’archeologia ha iniziato a parlare a tutti. Questa è stata la grande vittoria della direzione di Eva: far diventare il MArTa un luogo di tutti e per tutti.
E chissà che il cambiamento di visione seminato da Eva Degl’Innocenti non contamini davvero un po’ tutti, a partire da tutte quelle persone che visitano Taranto solo per il suo museo e che, ancora ubriachi del fascino antico del nostro grande patrimonio storico, uscendo su corso Umberto, si ritrovano inebriati su uno dei lungomari più belli d’Italia e così affascinati ne continuano il cammino fino al tramonto.
Evelyn Zappimbulso Vice Direttore Corrierepl.it
Redazione Corriere di Puglia e Lucania