Di MariaChiara Monaco
Passaggio di consegne fra il Dott. Gianfranco Filippelli ed il neo Commissario straordinario dell’Ospedale di Cosenza, Vitaliano De Salazar.
Quest’ultimo, manager capitolino di esperienza, ha lavorato come Direttore Generale dello Spallanzani di Roma, e del Policlinico Universitario Sant’Andrea.
Molte sono le problematiche che il neo Commissario, insieme ai suoi collaboratori dovrà cercare di risolvere, a partire dal Pronto soccorso, che rischia un ulteriore indebolimento d’organico, visto che quattro dirigenti medici, hanno vinto un concorso per poter lavorare in altri ambiti per cui, probabilmente si trasferiranno.
Questa è una questione di grave importanza dato che l’unità operativa, guidata dal Primario Pietro Scrivano è già da tempo sotto organico, e l’azienda non è riuscita ad aumentare il numero di camici bianchi, nonostante abbia bandito a più riprese un concorso per il reclutamento di nuove forze fresche.
Si tratta di una cartolina, che mostra la terribile difficoltà di una sanità, che in Calabria è soffocata da molteplici spaccature.
E, proprio dal Pronto Soccorso, ogni giorno si avverte la forte sofferenza di chi cerca la resilienza, e chi si lascia andare e sprofonda nelle grinfie di un girone infernale.
Con due soli medici di turno, che diventano tre, grazie al lavoro del Primario, e con l’aiuto di infermieri e OSS, molte persone restano aggrappate al loro destino, fra la paura, che alberga nelle persone più anziane e la determinazione in quelle più giovani.
Molti pazienti inoltre, provengono da ogni angolo della Provincia, dall’alto Jonio, fino all’entroterra e alla fascia Tirrenica, a causa di una mala politica trentennale, che anziché aprire nuovi presidi ospedalieri, li ha portati al collasso.
Ecco che il diritto alla salute non diventa più un diritto, in un paese, l’Italia, al centro del progetto Europeo.
Si trasforma però in una terra di nessuno, ogni tanto sotto i riflettori, e poi subito dopo abbandonata a sé stessa, nell’immobilità di un sistema che non funziona.
I numerosi pazienti sono posizionati sui letti (i più fortunati), oppure su delle barelle in corridoi che non sanno minimamente cosa sia la privacy, e che somigliano sempre di più a lazzaretti.
Un Purgatorio moderno, nel quale si sosta, tra speranza e disperazione.
C’è chi decide di rimanere, nell’attesa che la lista per un posto in reparto si accorci, e chi si arrende, tornando a casa o affidandosi a strutture private.
Il neo Commissario, ha inquadrato il problema e presentato la terapia: “Serve una maggiore organizzazione per poter riaprire quei reparti chiusi, e successivamente accorpare il personale in assenza di risorse”.
De Salazar, dovrà fronteggiare anche l’emergenza Covid, che sta interessando non solo l’area di primo soccorso, ma anche alcuni reparti all’interno della struttura ospedaliera, e limitando la possibilità alle persone, di poter fare visita ai propri cari.
Sarà un lavoro difficile: «A fine gennaio – promette – annuncerò la mia visione e traccerò il futuro di questa azienda ospedaliera. Sono qui, ci tengo a dirlo, perché convinto di poter fare un buon lavoro, non è che avessi necessità impellente di un nuovo incarico».
Ai posteri l’ardua sentenza.