Riceviamo e pubblichiamo
Jacopo, 5 anni, vive con i suoi genitori tra i quartieri Tamburi e Paolo VI di Taranto, in prossimità dello stabilimento dell’ex Ilva.
La mamma ed il papà sono stati, dunque, esposti ad inquinanti leucemogeni – quali benzene e ipa – nel periodo del pre-concepimento all’esito di uno studio condotto dall’istituto superiore di sanità, il latte della madre di Jacopo è risultato, tra gli altri, contaminato da diossine, pcb e furani (tutte sostanze tossiche, tra cui un marker specifico dell’industria metallurgica quale il furano).
Pertanto, è acclarato che Jacopo, durante la sua vita fetale e successivamente durante tutto il lungo periodo in cui è stato allattato al seno, è stato esposto a sostanze con azione cancerogena certa – diossine e furani – presenti in eccesso nel latte di sua madre.
Jacopo soffre di leucemia, così come altri abitanti della città di Taranto e, in particolare, dei quartieri più vicini all’impianto, i quali sono stati costretti a subire esalazioni nocive che hanno causato e causano ‘malattia e morte’, anche nei bambini.
Nulla è stato fatto da parte dello stato per la protezione della popolazione; ed è contro lo stato che i genitori di Jacopo agiscono in tribunale perché venga loro riconosciuto il giusto risarcimento per il calvario del loro piccolo e della loro sofferenza.
Il padre di Jacopo ha significativamente affermato: “non può uno stato civile sacrificare la salute dei cittadini in nome della tutela del lavoro”.
Le stesse nazioni unite, attraverso due organi sussidiari che hanno effettuato due visite nella città di Taranto nell’ottobre e nel dicembre 2021 (rispettivamente il working group on business and human rights e lo special rapporteur on toxics and human rights), hanno stigmatizzato il perdurare di una situazione di pregiudizio alla salute umana per l’intera popolazione residente nelle aree a rischio e hanno condannato l’inerzia dello stato e la mancata attuazione dei piani di bonifica.
Non può dunque più attendere: è arrivata l’ora della giustizia per Jacopo e i suoi genitori.
Al via la prima causa contro lo Stato per i danni causati dall’Ilva
Si è svolta oggi presso il tribunale civile di Lecce, l’udienza della causa di risarcimento dei danni, promossa nei confronti dello stato dai genitori di Jacopo, un bambino di 5 anni, affetto sin da tenerissima età da leucemia.
Il giudice, dott. Barbetta, ha rinviato il processo alla udienza del 20 aprile 2023 per consentire alle parti di fornire ulteriori prove a sostegno della domanda di risarcimento.
Ed in particolare, di indicare i testimoni del calvario occorso al piccolo ed ai suoi genitori, nonché ulteriori prove a sostegno dell’esposizione del bambino ai fattori inquinanti.
“confidiamo sulla sensibilità del tribunale verso la richiesta di giustizia proveniente dalla famiglia di Jacopo. Si tratta del resto di una ‘causa pilota’ cui seguiranno numerose altre, in considerazioni del grave numero di danneggiati dall’inerzia dello stato” afferma l’avv. Lana, coordinatore del collegio difensivo che assiste la famiglia di Jacopo.