Nel tentativo di ridurre la dipendenza dal greggio, l’Arabia Saudita sta pianificando di utilizzare le proprie risorse di uranio per avviare il programma nucleare civile. Il ministro dell’Energia del regno, il principe Abdulaziz bin Salman, in un’intervista televisiva mercoledì, ha affermato che le recenti attività di esplorazione hanno rivelato la presenza di diverse fonti di uranio in varie località del Paese. “Il regno intende utilizzare le sue risorse nazionali di uranio, anche per progetti congiunti con i suoi partner. Ciò avverrà in conformità con gli obblighi internazionali e le regole di trasparenza, che coprono l’intero ciclo produttivo”, ha annunciato il ministro dell’Energia.
Arabia Saudita: uranio per programma nucleare?
Il più grande esportatore mondiale di petrolio sta cercando di ridurre la sua dipendenza dal greggio e nel 2018 ha annunciato un piano per costruire 16 reattori nucleari in due decenni. Il progetto costerebbe 80 miliardi di dollari. Nel marzo 2018, Riyadh ha approvato la sua politica nazionale sull’energia atomica che limitava le attività nucleari a scopi pacifici e chiedeva misure di sicurezza rafforzate, nonché l’uso delle migliori pratiche per la gestione dei rifiuti radioattivi. Tuttavia non è chiaro dove finiscano le sue ambizioni, dal momento che il principe ereditario Mohammed bin Salman ha affermato che il regno svilupperebbe armi nucleari se lo facesse il rivale regionale dell’Iran. Sempre nel 2018, il principe ereditario Mohammed bin Salman ha affermato in un’intervista che il regno deteneva oltre il 5% delle riserve mondiali. Mentre nel 2020, un rapporto del quotidiano britannico The Guardian, basato su documenti interni trapelati, stimava i “depositi dedotti” del regno a circa 90.000 tonnellate, che equivarrebbero a circa l’1,4% delle attuali riserve globali. L’Arabia Saudita attualmente non dispone di produzione di energia nucleare, ma ha affermato che aggiungerà circa 17 GW di capacità nucleare entro il 2040 e ha l’ambizione di portare in linea due reattori con una capacità combinata di 3,2 GW entro il prossimo decennio. Tra l’altro il regno ha discusso con la Cina per sviluppare la tecnologia nucleare e in precedenza ha tenuto colloqui con gli Stati Uniti sotto l’amministrazione dell’ex presidente Donald Trump per garantire un cosiddetto “accordo 123” che gli consentirebbe di ottenere la tecnologia dagli Stati Uniti. L’accordo limiterebbe l’arricchimento dell’uranio per scopi bellici.