Siamo sgomenti e indignati per la pervicacia con la quale Lucia Morselli, AD di Acciaierie d’Italia, continua a presentare proposte distruttive per la città, dopo l’iniezione di risorse pubbliche, ben 750 milioni di euro, che consentono di superare i maggiori costi dell’energia e delle materie prime.
Il management di Acciaierie d’Italia, stando alle dichiarazione dell’AD Morselli, intende investire negli impianti che ritiene fondamentali per il rilancio della fabbrica; tali impianti sono: il rigassificatore, il dissalatore, energie rinnovabili e riapertura del cementificio per smaltire la loppa, uno dei sottoprodotti della siderurgia.
Fermo restando che siamo a favore delle rinnovabili da sempre, gli altri “desiderata” del management di Acciaierie d’Italia sono un pericolo per la salute e per l’ambiente e ci vedranno sempre fortemente contrari.
Il management di Acciaierie d’Italia sembra convinto di poter disporre del territorio tarantino senza tener conto dei dati sulla salute dello Studio SENTIERI e dell’OMS.
Ha un atteggiamento predatorio che conferma la dichiarazione dell’ONU seconda la quale Taranto è “Terra di sacrificio”.
Sono proposte inaccettabili e le respingiamo al mittente. Intendiamo inoltre precisare che l’unico accordo di programma accettabile per Europa Verde è quello per la chiusura dell’area a caldo, punto programmatico previsto da Ecosistema Taranto. A Taranto si può seguire lo stesso percorso attuato a Genova, a Bilbao e nella Ruhr.
Al fine di attuare il percorso di diversificazione dell’economia locale che è l’obiettivo del programma di Ecosistema Taranto, occorre che sia portato avanti un confronto approfondito che coinvolga le categorie danneggiate dall’inquinamento come gli operatori turistici, i mitilicoltori, gli allevatori e in generale chi lavora nel settore agroalimentare e le associazioni più attive sul tema della riconversione ecologica e del cambiamento culturale.
Infine ribadiamo che il Decreto n° 2/2023 è un vero e proprio Salva ILVA, visto che prevede norme scandalose, un’amplissima immunità penale e la modifica della normativa sul sequestro al fine di rendere possibile sempre l’attività produttiva. Esprimiamo un forte rammarico per il fatto che i consiglieri comunali di destra, durante il question time di lunedì, abbiano negato il problema e dichiarato che non intendono opporsi al suddetto decreto.
I consiglieri comunali, espressione di un partito di governo, a Taranto non intravedono alcun problema nel decreto in questione.
Ne prendiamo atto con indignazione. Noi invece continueremo a lottare contro l’ennesimo Salva Ilva a Taranto e in parlamento, grazie ad Angelo Bonelli e agli altri parlamentari e invitiamo la cittadinanza e gli studiosi a perseverare in questa battaglia mettendo in campo una forte mobilitazione.
Europa Verde
Fulvia Gravame, Co-portavoce regionale
Eliana Baldo, Co-portavoce cittadina
Fabiano Marti, Assessore del Comune di Taranto
Antonio Lenti, Consigliere comunale