20 GENNAIO 2023 – Audace e lodevole la sfida di presentare una delle opere liriche più famose della storia, “La Bohème” di Giacomo Puccini, in un teatro di prosa. E direi che la sfida è stata colta e vinta con ottimi risultati. Altra Scena e Goldenart Production, con il sostegno del Ministero della Cultura, hanno infatti registrato anche al Nuovo Teatro Abeliano di Bari un tutto esaurito (o quasi), merito non solo del fascino pucciniano ma anche del passaparola e dell’origine locale di alcuni membri del cast, Vittorio Ferlan Dellorco (Schaunard) e Giorgia Costantino (Musetta).
L’operazione culturale conferma ampiamente come grazie al suo linguaggio universale il melodramma in questione possa rinnovarsi mutando forma e sostanza, senza perdere la sua essenza e senza tagli e compromessi, divenendo accessibile a una più ampia fascia di popolazione. L’adattamento moderno e visionario dello spazio scenico di Alessandro Chiti, i quattro quadri architettati in maniera diretta e con un guizzo cinematografico dall’abile regista Giancarlo Nicoletti, insieme ai disegni di luce tipicamente teatrali di Daniele Manenti hanno fatto sì che un nuovo pubblico venisse catalizzato al mondo della lirica.
Di certo, la fedeltà alla partitura musicale-vocale e al libretto di Giuseppe Giacosa e Luigi Illica ha giocato anche un ruolo fondamentale per coinvolgere – come avviene ormai dal 1896 – gli spettatori nella vicenda appassionante di un gruppo di bohèmien parigini che con ilarità, dolcezza e al tempo stesso crudeltà racconta il passaggio dalla giovinezza all’età adulta, dall’amore alla perdita. Al pianoforte in primo piano il giovane talentuoso M° Umberto Cipolla non fa rimpiangere in alcun modo l’assenza dell’orchestra; così come l’interpretazione canora e attoriale degli altrettanto giovani artisti provenienti da vari prestigiosi Conservatori italiani – diretti con minuzia da Amelia Felle – è talmente convincente e di qualità da rendere il capolavoro che tutti conosciamo ancora più emozionante e attuale.
Le scene ambientate nel gelido inverno francese si spostano dalla soffitta, al caffè Momus, alla Barriera d’Enfer per poi tornare in soffitta e il cast riesce a ricreare in maniera impeccabile sia quella verve vivace e giocosa iniziale dei quattro amici Rodolfo (Alessandro Fiocchetti), Marcello (Vladimir Jindra), Schaunard e Colline (Giordano Farina) che festeggiano i primi umilissimi guadagni dopo aver evitato con uno stratagemma di pagare l’affitto a Benoit (Martin Kurek), sia la sfrontatezza attrattiva e frizzate di Musetta che, infine, la tragicità straziante dovuta alla malattia di Mimì (Silvia Susan Rosato Franchini). Cantano delusioni, gioie, amore e dolore risultando goliardici nella lotta di baguettes, divertenti nelle movenze e nei balletti come fossero delle gag comiche, passionali ed empatici negli ultimi due quadri in cui la gioventù viene loro atrocemente strappata, inducendoli a crescere e ad affrontare l’inesorabilità della vita.
Uscendo dagli stilemi tradizionali poiché adattata alle circostanze del luogo, la rappresentazione diviene più teatrale e popolare che operistica, il che non è affatto negativo ma anzi adduce all’obiettivo primario: “de-elitarizzare” la lirica e rilanciare massimamente la cultura italiana invidiata e adorata in tutto il mondo.
A Bari l’obiettivo si può dire raggiunto e con una lunga standing ovation che il Nuovo Teatro Abeliano negli anni continuerà di sicuro a raccontare.
Costumi — Vincenzo Napolitano
Direttore di scena — Giovanni Piccirillo
Realizzazione scene — L.T. Costruzioni
Aiuto regia — Alex Angelini
Organizzazione — Cinzia Storari
Ufficio stampa — Rocchina Ceglia
Foto — Luana Belli, Agnese Ruggeri
Grafica — Ruggero Pane