di Pasqua Sannelli
Presentata a Laterza, nella splendida cornice medievale de La Cavallerizza di palazzo marchesale, l’antologia L’isola di Gary. Alla presenza di un folto pubblico con molte presenze giovanili.
La relazione introduttiva è stata curata dalla dott.ssa Pasqua Sannelli, già dirigente scolastica, presente fra gli autori dell’opera, affiancata dalla curatrice dell’opera Maria Pia Latorre, dal prefatore Sandro Marano e dalle belle voci di affermati poeti territoriali: Maria Teresa Bari, Dino D’Aprile, Barbara Gortan, Lucia Diomede, Annalisa Mercurio, Eli Stragapede, Cosimo Lamanna e Mara Venuto.
L’antologia è nata per la volontà di questi ed altri 33 poeti (per un totale di 43) con il sogno di una restituzione, per quanto possibile, di ciò che è stato tolto alla terra negli ultimi decenni.
Divisa in due raccolte, la prima è stata pubblicata nel 2021, la seconda nel 2022 con il sottotitolo di “Paesaggi di guerra e di pace” per aprire la riflessione sull’impatto delle guerre sull’ambiente.
Il titolo suggestivo, “L’isola di Gary”, che potrebbe far pensare a un luogo di ritiro, quasi un mondo separato, in realtà vuole essere un omaggio al poeta ecologista americano Gary Snyder, che fece molto scalpore per la denuncia dei disastri ambientali della prima guerra del Golfo, con la sua opera, “L’isola della tartaruga”, pietra miliare della letteratura ecologista.
Disastri ambientali provocati da comportamenti dissennati e irrispettosi che sono sotto gli occhi di tutti: che vanno dall’aumento esponenziale dei rifiuti all’invasione delle plastiche dei mari, i dissesti idrogeologici, la desertificazione che avanza, i cambiamenti climatici. A fronte di politiche ambientali inefficaci, a causa di una completa mancanza di volontà d’intervenire sul modello di sviluppo.
Al quadro si aggiungono le conseguenze delle guerre. L’ultima in Ucraina, che si combatte nel cuore dell’Europa, oltre al carico di distruzione e di morte, sta provocando danni incalcolabili all’ambiente. Nell’indifferenza di gran parte dell’opinione pubblica e di tutti gli attori coinvolti.
Di fronte a questo spettacolo, La Poesia non può rimanere in disparte, deve far sentire la sua voce. Perché scrive Daniele Giancane, la Poesia non può essere relegata alla stampa di qualche libro, ma deve farsi “corpo vivo” nella società, agente di provocazione e cambiamento. Il poeta deve diventare, dunque, un operatore sociale. La figura del poeta isolato dal contesto, che si crogiola in romantici versi nell’esaltazione della propria egoità, ha fatto il suo tempo.
Oggi, più che mai, abbiamo bisogno di una Poesia Civile, al modo di quella Di Garcia Lorca, che fonda l’afflato lirico con la passione civile.
Per queste ragioni, in fondo, è nata l’Isola di Gary e la nostra scelta di costituirci in gruppo intorno alle figure di Maria Pia Latorre e Sandro Marano, esperto ambientalista. Entrambi poeti.
Abbiamo aperto un forum digitale e diffondiamo i nostri scritti sia online che in presenza, per farci untori di un contagio ecologista. L’obiettivo è quello di guadagnare futuro per le nuove generazioni e invertire la tendenza.
Si tratta di un compito etico che tutti dobbiamo assolvere e non più rinviabile. Siamo convinti che il cambiamento sia possibile se riguarda tutti: i privati cittadini e le istituzioni, il proprio luogo di vita e interi territori; gli stati, le Comunità sovrannazionali. Ognuno deve fare la sua parte, partendo dal proprio quotidiano con l’assunzione di comportamenti ecosostenibili. Agli Stati le responsabilità di rivedere le politiche ambientali al più presto. Senza più perdere tempo. Sapendo che non possiamo scaricare sulle spalle dei nostri figli e nipoti il peso delle responsabilità e delle nostre colpe.