La Russia sta elaborando un meccanismo per regolare i pagamenti per le esportazioni di grano in Egitto in rubli, invece che in dollari. Tra l’altro Mosca ha concluso con successo un simile accordo in precedenza con la Turchia. L’ambasciata della Russia al Cairo ha affermato che la sterlina egiziana (EGP) ha iniziato a essere negoziata alla Borsa di Mosca mercoledì scorso, insieme a molte altre valute tra cui il dirham degli Emirati e il manat azero. Pertanto la sterlina egiziana è entrata come moneta tra le 9 nuove valute, e la Banca Centrale Russa ha scelto di determinarne il cambio contro il rublo su base giornaliera, con un valore pari a più di 2 rubli. Portando a 43 il numero delle valute adottate.
Russia: rublo invece dei dollari in cambio di grano?
La Russia è un partner strategico per l’Egitto in molte aree di cooperazione e interessi economici reciproci, difatti Il Cairo importa oli, semi, leghe, vagoni ferroviari e grano dalla Russia. La bilancia commerciale dei due Paesi è in costante aumento a causa della loro reciproca dipendenza nel soddisfare le esigenze alimentari del mercato locale, poiché la Russia importa frutta e verdura dall’Egitto, insieme ad alcune altre materie prime, in un momento in cui il valore degli scambi tra i due Paesi sono aumentati del 5,1 per cento nel 2021, per raggiungere i 4,7 miliardi di dollari, rispetto ai 4,5 miliardi di dollari nel 2022. Alcuni economisti ritengono che questo passaggio avrà un impatto positivo sull’economia egiziana, in quanto alleggerirà la pressione sulle riserve in dollari USA, alla luce dell’attuale crisi economica, aumentando di contro, la dimensione della dipendenza mondiale dal Rublo russo invece del dollaro USA. La sterlina egiziana è scesa del 46,8% rispetto all’USD da quando la banca centrale è passata a un tasso di cambio più flessibile secondo i termini di un pacchetto di sostegno finanziario del Fondo monetario internazionale.
Ridurre la pressione sul dollaro
L’utilizzo delle valute nazionali è diventata una priorità a lungo termine per la Russia, che dal 2014 era stata ripetutamente colpita dalle sanzioni degli Stati Uniti e dell’Unione Europea, principalmente a causa del conflitto in Ucraina. La Russia e alcuni membri del Consiglio economico eurasiatico utilizzano già valute nazionali nelle transazioni commerciali internazionali. Mosca ha accordi di scambio di valuta con Paesi soggetti a sanzioni statunitensi e altre restrizioni commerciali, come Cina e Iran. Mosca utilizza il suo sistema per il trasferimento di messaggi finanziari ( SPFS ) dal 2015, poco dopo che l’Occidente ha minacciato di tagliarlo fuori dal sistema SWIFT nel 2014. Il principio di funzionamento dell’SPFS russo è mantenuto simile a quello del sistema di pagamento mondiale per ridurre le preoccupazioni dei clienti russi ed evitare la necessità di modificare le loro abitudini di utilizzo. Ad oggi, oltre 440 entità (per lo più banche), di cui oltre 100 non residenti, utilizzano questo sistema in alternativa a SWIFT. La Russia non è la sola a tentare di aggirare SWIFT. L’ Iran ha già lanciato un sistema di telecomunicazioni finanziarie fatto in casa, noto come SEPAM, per aggirare le sanzioni statunitensi imposte al Paese.
Leggi anche: Borsa di Mosca: riprende il trading con lo yuan cinese