di Maria Angela Amato
Sarà aperta sino al 13 febbraio prossimo (mezzanotte orario di Bruxelles) la consultazione pubblica sulla riforma dell’assetto del mercato dell’energia elettrica dell’UE. Obiettivo dell’Unione europea è quello di fornire ai clienti finali, famiglie e imprese, un approvvigionamento di energia continuo, sostenibile, protetto, competitivo e a prezzi accessibili.
Il mercato dell’energia elettrica degli stati europei era dominato da monopoli integrati verticalmente, spesso di proprietà pubblica con grandi impianti di centrali di energia nucleare o fossile. Con la progressiva realizzazione del mercato interno dell’energia elettrica, a partire dal 1999, si è inteso offrire a tutti i consumatori dell’Unione Europea (UE) la libertà di scelta, tramite le nuove opportunità commerciali create e scambi transfrontalieri più intensi, in modo da consentire un incremento dell’efficienza, quindi prezzi competitivi e servizi di livello più elevato. Tuttavia negli anni sono divenuti sempre più prioritari la sicurezza degli approvvigionamenti e lo sviluppo sostenibile.
Regolamentato a più riprese, il relativo quadro legislativo stabilisce norme dirette a garantirne il funzionamento e include i requisiti relativi allo sviluppo dell’energia rinnovabile e alla politica ambientale, in particolare norme specifiche per alcuni tipi di impianti di generazione di energia da fonti rinnovabili, per quanto riguarda la responsabilità del bilanciamento, il dispacciamento e il ridispacciamento.
Si regolamenta, inoltre, la soglia per le emissioni di CO2 lì dove vi siano nuove capacità di generazione per assicurare il necessario livello di adeguatezza delle risorse, i cosiddetti meccanismi di capacità.
Il Capacity Market è stato approvato nel 2019 dalla Commissione europea, con lo scopo di garantire nel mercato dell’energia la sicurezza del sistema, in caso di picchi di domanda, quindi per assicurarne l’efficienza. Il meccanismo prevede, in tali circostanze, una remunerazione per gli impianti che si impegnano a garantire la produzione di energia occorrente.
La crisi dell’offerta, esacerbata da circa un anno per la guerra Russia-Ucraina, ha reso più urgente la necessità di un rinnovamento della regolamentazione e, a tale scopo, l’Unione Europea ha indetto una consultazione chiedendo le opinioni dei paesi membri, a partire dal 23 gennaio scorso.
La consultazione dovrebbe interessare principalmente i rappresentanti di ministeri e autorità pubbliche, autorità nazionali di regolamentazione, gestori dei sistemi di trasmissione, gestori dei sistemi di distribuzione, gestori del mercato, imprese che operano nel settore dell’energia, associazioni industriali, ONG ecc., ma anche consumatori in qualità di privati cittadini o associazioni di consumatori.
Gli argomenti sui quali è possibile esprimere le proprie opinioni riguardano quattro settori principali: ridurre la dipendenza delle bollette dell’energia elettrica dai prezzi a breve termine dei combustibili fossili e promuovere la diffusione delle energie rinnovabili; ottimizzare il funzionamento del mercato per garantire la sicurezza dell’approvvigionamento e utilizzare alternative come lo stoccaggio e la gestione della domanda; incrementare la protezione e la responsabilizzazione dei consumatori, quindi la trasparenza, la sorveglianza e l’integrità del mercato.
Per inviare i propri contributi occorre registrarsi o accedere utilizzando un proprio account valido di un social media. È possibile partecipare alla consultazione pubblica rispondendo ad un questionario online, o tramite l’invio di una e-mail.
I questionari sono disponibili nelle varie lingue ufficiali dell’UE pertanto i contributi possono essere inviati in una qualsiasi lingua ufficiale dell’UE. Per questioni di trasparenza, le organizzazioni e le imprese che partecipano alle consultazioni pubbliche sono invitate ad iscriversi al registro per la trasparenza dell’UE.
Dal 23 gennaio ad oggi sono pervenute oltre 70 opinioni, in prevalenza da cittadini dell’UE (oltre il 70%), ma anche da società/imprese, Istituti Universitari, ONG, associazioni di categoria, cittadini extra UE e altro. Ben 18 proviene dalla Francia, solo 4 dall’Italia, e osserviamo una anche dalla Nigeria.
L’Unione europea s’impegna a proteggere i dati personali e a rispettare la privacy di ciascuno. Le opinioni possono essere inserite sino al 13 febbraio a mezzanotte, orario di Bruxelles.