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Disputa EU-Russia entra in una fase complessa: in vigore l’embargo sui prodotti petroliferi

UE

A partire da domenica, nessun prodotto petrolifero russo può essere importato nell’Unione europea, secondo l’ultima sanzione di Bruxelles contro Mosca. L’embargo è stato combinato con un price cap, concordato con il G7, i cui massimali di prezzo sono stati fissati a $ 100 al barile per produzioni come il diesel, $ 45 al barile per i sottoprodotti, principalmente olio combustibile e nafta. Mentre il greggio è attualmente scambiato intorno agli 80 dollari al barile, il prezzo di mercato per il diesel non russo è di 110-120 dollari, dati i costi di raffinazione. Dunque un ulteriore round che è iniziato domenica, in quanto vieta le importazioni di prodotti raffinati. Questa è una fase molto più complessa e potenzialmente dirompente. Alcuni analisti hanno avvertito che l’embargo sui carburanti avrà un effetto più dirompente sui mercati dell’energia, rispetto all’embargo sul greggio entrato in vigore il 5 dicembre dello scorso anno, perchè la fine delle consegne di carburante russo, farà aumentare i prezzi nell’UE. Tuttavia l’UE spera di evitare un tale sviluppo passando a nuovi fornitori, principalmente dal Medio Oriente.

Disputa Eu-Russia: quali sono gli effetti?

“Nella lotta geopolitica tra i vecchi e i nuovi egemoni, vediamo la migliore delle strategie e la peggiore delle strategie, dove la fede si contrappone alla credulità. È la stagione della luce e la stagione delle tenebre, la primavera della speranza e l’inverno della disperazione…” Ricordare alcune delle famose battute iniziali di Charles Dickens dal suo Racconto di due città per descrivere lo stato attuale della politica globale riassume il potenziale di una nuova rivoluzione industriale in tutta l’Asia e in gran parte del resto del mondo sottosviluppato, rispetto all’alleanza occidentale. Ironia della sorte, le nazioni che beneficeranno maggiormente della guerra sono quelle che si schierano con i suoi nemici. La Russia nel frattempo, è sulla buona strada per esportare più prodotti raffinati questo mese di quanti ne abbia esportati a gennaio, secondo i dati sui commercianti e sul carico. Le sanzioni sul greggio hanno finora influito poco sul volume delle esportazioni di Mosca, i suoi mercati sono stati dirottati dall’Europa verso la Turchia, la Cina e, soprattutto, l’India. Ora stanno emergendo alcuni altri clienti, si stanno aprendo o attrezzando nuove grandi raffinerie in Cina, Kuwait, Oman, Iraq e Nigeria, ma non molti sono tecnicamente in grado di lavorare grandi quantità di Urals, la principale miscela di esportazione della Russia. Tuttavia molti Paesi possono aggirare tale ostacolo, acquistando prodotti russi direttamente dagli utenti finali, piuttosto che a sofisticate raffinerie. L’America Latina e il Pakistan sono emersi come probabili acquirenti. I prodotti possono essere miscelati per mascherare l’origine, e l’olio combustibile può essere bruciato in centrali elettriche o navi. Del resto, mentre l’Unione Europea ha eliminato gradualmente il 90% delle importazioni di petrolio dalla Russia, la Bulgaria è diventata il terzo acquirente di greggio russo dopo Cina e India, superando la Turchia. Il porto di Burgas è l’unico in Europa dove il petrolio russo può ancora imbarcarsi dopo che Sofia è riuscita a fare pressioni sulla Commissione europea per un’esenzione dal divieto del petrolio, trasportato via mare, entrato in vigore il 5 dicembre 2022. Le consegne di greggio alla Bulgaria in realtà sono aumentate del 30 per cento a metà del 2022 e successivamente sono rimaste stabili, consentendo alla raffineria di lavorare alla sua piena capacità di 196.000 barili al giorno. Il petrolio trasportato attraverso il Mar Nero dalle petroliere di Novorossijsk viene raffinato nella più grande raffineria dei Balcani, interamente di proprietà di Lukoil, la seconda più grande compagnia petrolifera della Federazione Russa. Difatti Mosca ha tentato di preservare i suoi mercati tradizionali e la sua influenza utilizzando le raffinerie Lukoil e Rosneft in Europa; ma dopo l’ultimo embargo questo è possibile solo in Bulgaria. E ciò renderà il Paese particolarmente vulnerabile alla propaganda del Cremlino durante le prossime elezioni generali il 2 aprile, dal momento che il parlamento non è riuscito a formare un gabinetto regolare dopo le elezioni dell’ottobre 2022. Tuttavia, gli esportatori di carburante russi stanno affrontando sfide, come la carenza di petroliere per trasportare i loro prodotti e il rischio di chiusure dei porti a causa del maltempo. I price cap, invece, potrebbero incidere sui margini delle raffinerie e indurle a ridurre la produzione.

 

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