Al mio primo incontro con Fiorenza Pascazio, Sindaco della città di Bitetto sono rimasto immediatamente affascinato non solo dalla bellezza fisica di questa signora prestata alla politica ma dalla dolcezza dei suoi gesti, del suo sorriso e del suo modo di porgersi. Fiorenza ti mette subito a tuo agio.
Pur avvocato penalista di valore, molto apprezzata dagli stessi suoi colleghi Fiorenza Pascazio ha scoperto di avere nel suo dna un cromosoma molto più forte e profondo della passione per il diritto e la giustizia: l’amore per la sua gente, per quella gens bitectense nota per la sua laboriosità, la sua disponibilità all’accoglienza e in grado di apprezzare le diversità di lingua, colore ed etnia.
La carta vincente di Fiorenza sta proprio in questo legame profondo con i suoi concittadini, con la sua Bitetto, i suoi affanni rinvengono dal desiderio empatico di fare suoi i loro problemi ed ansie esistenziali non per crearsene un archivio emozionale ma per cercare di risolverli per regalare qualche attimo di felicità, di concreta solidarietà sociale e di socializzare al massimo i suoi rapporti. Diventata Sindaco di Bitetto ( siamo al 2 mandato) si è data un vasto programma di cose da fare per rilanciare il destino di uno dei borghi più belli della Puglia dimenticato fino al suo degrado dagli amministratori delle precedenti giunte affannati soprattutto nell’accaparramento e nella gestione del potere. Ed allora ecco, Fiorenza si rimbocca le maniche e con la sua giunta approva una serie di iniziative e di opere pubbliche di cui la città di Bitetto ne ha fortemente bisogno.
La scuola al primo posto con la puntuale messa a punto sul piano della sicurezza di tutti gli Istituti, la riapertura della vecchia scuola materna, la nuova Scuola Media riconsegnata all’utenza in odore di forte sostenibilità. Ma il suo cuore va soprattutto al Borgo antico, un gioiello architettonico in parte ristrutturato ed in parte da ristrutturale.
Dal Palazzo Baronale Noya, a Porta Piscina o Baresana, alla Casa dei Cavalieri di Malta, al Monastero delle Clarisse, al Sedile a quell’autentico gioiello rappresentato dalla Cattedrale dedicata a San Michele Arcangelo, all’annesso complesso vescovile e cosi via attraverso viuzze, slarghi, palazzi padronali, la Chiesa del Monte di Pietà. Un patrimonio artistico, storico e culturale che si salda con la bellissima Chiesa di Santa Maria la Veterana, le Chiese di San Domenico, San Rocco, la Maddalena e tante, tante altre.
Ma il cuore di Fiorenza ha un debole particolare per il Convento del Beato Giacomo Varingez che da 5 secoli ne conserva il corpo incorrotto, meta continua di pellegrini che arrivano da tutta la Puglia, dalle altre regioni ma anche da molti paesi del nord america , paesi nei quali la devozione per il Beato viene mantenuta viva con manifestazioni religiose, altarini, processioni ed opere di beneficienza.
Del Beato di attende la Santificazione ma il profumo della sua santità non attende i profumi della primavera ma si diffonde ogni giorno nel segno dell’amore per la Madonna, la preghiera, la solidarietà per il prossimo, per i poveri, gli ammalati e per quanti si attendono una parola di conforto e di incoraggiamento per continuare percorsi irti spesso da insormontabili difficoltà. Qui regna la pace e il silenzio che ristora gli animi e le menti.
Ma gli amori di Fiorenza non finiscono qui. Un altro obiettivo di notevole consistenza paesaggistica, culturale e naturalistica è il Parco di Mater Domini, un Parco che si estende su una superficie di diverse centinaia di ettari nei quali è prevista la realizzazione di numerosi opere volte a soddisfare le esigenze dei bitettesi e non solo; percorsi ginnici, naturalistici, un laghetto artificiale, fontane, un centro di ricerca, campetti di calcio e di pallavolo, verde a profusione, per consentire ai bitettesi e non di poter vivere in libertà all’aperto, lontani dallo smog che per fortuna non affligge severamente la città.
Negli occhi di Fiorenza dunque tanto amore per la sua Bitetto alla quale dedica instancabilmente ogni giorno le sue energie migliori per assolvere non già e non solo a un dovere amministrativo ma per fare della solidarietà un modello di vita e di servizio al quale tutti noi, abbastanza egoisti dovremmo ispirare il nostro vivere quotidiano, A Fiorenza la nostra ammirazione con l’auspicio di non mollare mai. Bitetto, la città di Fiorenza ha ancora tanto bisogno di lei.
Giacomo Marcario
Editorialista del Corriere di Puglia e Lucania