Se questa è stata la maniera di risvegliare e ringalluzzire un dormiente Ariston siamo messi male, anzi malissimo. Ma questa è la Rai, sempre più patetica e sconcertante, soprattutto perché si finanzia con i soldi dei poveri contribuenti ignari e impotenti allo squallore trasmesso.
Mi auguro un risveglio delle coscienze che non ci faccia arrendere al teatro dello scempio! Basta con il festival dei diritti LGBT e delle generazioni fluide! Dov’è finito il festival della canzone italiana?
Nonostante sia molto seguito e gran parte delle persone lo sostenga ritengo che i tempi stiano cambiando: siamo di più, siamo più forti di anni fa, la consapevolezza prende una forma più definita in noi, è incontrollabile. Ed è il momento giusto per uscire dall’ombra e gridarlo finalmente: basta con la trasgressione ostentata a tutti i costi!
Una buffonata totale! Sono due mesi che la Rai parla di Sanremo come se fosse l’evento dell’anno, come se in Italia si aspettasse solo quello e poi a cosa assistiamo? A dei ragazzetti trash che non perdono occasione di essere maleducati e blasfemi, pur di fare più audience e visualizzazioni. Ebbene, chiosando Vittorio Feltri, non mi resta che affermare: l’unica colpa che abbiamo noi anziani è di aver messo al mondo figli cretini.
La rivoluzione fluida era già da tempo al teatro Ariston, ma trasformare il festival di Sanremo – un appuntamento che ogni anno tiene incollato allo schermo famiglie e bambini, emblema della tv tradizionale convenzionale – nell’appuntamento più gender fluid di sempre è del tutto inopportuno.
È inaccettabile che tutto questo possa avvenire non soltanto sulla tv di Stato – che troppo spesso dimentica il suo ruolo di pubblico servizio – e non soltanto con i soldi dei contribuenti, ma soprattutto di fronte ai tantissimi bambini che guarderanno la tv per una serata in famiglia.
Un vero condensato della peggiore ideologia che mina e che vuole minare l’identità dell’uomo e della donna, della dissacrazione in modo irrispettoso dei simboli religiosi.
Propongo fortemente un boicottaggio, invitando tutti a non guardarlo. Abbiamo diritto ad una TV sana che tuteli e valorizzi l’istituzione della famiglia e della chiesa per andare verso un futuro meno nero, fumoso ed incerto. Per formare uomini sicuri di sé, della propria personalità e coscienza.
Antonio Peragine