Principale Estero La Spagna approva una legge che rende più facile cambiare sesso legalmente

La Spagna approva una legge che rende più facile cambiare sesso legalmente

Spagna

Il parlamento spagnolo ha approvato un pacchetto di riforme che estende i diritti all’aborto, e ai transgender adolescenti, rendendo inoltre la Spagna, il primo Paese europeo che darà diritto alle lavoratrici al congedo mestruale retribuito. La forza trainante dietro le leggi è stata la ministra per l’uguaglianza Irene Montero, che fa parte del governo di coalizione di sinistra spagnolo, United We Can Party. Pertanto, la nuova legge sull’autodeterminazione di genere, approvata con 191 voti a favore, 60 contrari e 91 astenuti consente a chiunque abbia più di 16 anni di cambiare sesso sulla propria carta d’identità.

La Spagna rende più facile cambiare sesso

La legislazione rafforza dunque, i diritti dei transgender, consentendo ai cittadini di età superiore ai 16 anni di cambiare il proprio genere legalmente, autorizzati a fare domanda se i loro genitori o tutori legali sono d’accordo senza controllo medico. Mentre per i minori tra i 12 ei 13 anni occorre l’autorizzazione del giudice. In precedenza, le persone transgender avevano bisogno di una diagnosi di disforia di genere da parte di diversi medici. Tuttavia nel pacchetto di riforme, rientrano le modifiche ai diritti sessuali e riproduttivi, cioè i ragazzi di 16 e 17 anni in Spagna possono ora subire un aborto senza il consenso dei genitori. Per quanto riguarda i prodotti per il mestruo, questi saranno ora offerti gratuitamente nelle scuole e nelle carceri, mentre i centri sanitari statali faranno lo stesso con i contraccettivi ormonali e la pillola del giorno dopo. Prevista anche la misura del congedo mestruale che consente alle lavoratrici che soffrono di dolori mestruali debilitanti di prendere ferie retribuite. Inoltre, le modifiche sanciscono per legge il diritto di abortire in un ospedale statale. Attualmente oltre l’80% delle interruzioni di gravidanza in Spagna vengono eseguite in cliniche private a causa dell’elevato numero di medici obiettori del sistema pubblico che si rifiutano di eseguirle, adducendo molti motivi religiosi. Con il nuovo sistema, i medici degli ospedali statali non sarebbero obbligati a praticare aborti, a condizione che abbiano già registrato le loro obiezioni per iscritto.

 

 

 

LASCIA UNA RISPOSTA

Inserisci il tuo commento, grazie!
Inserisci il tuo nome qui, grazie

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.