Il titolo discende come rugiada dalla bellissima serata culturale passata ieri sera nella biblioteca Acclavio a Taranto, per la presentazione del libro di Giovanni Battafarano: “Il dolore è il principio di ogni uman genere” il pensiero estetico di Pietro Verri.
Un bagno nello stagno della storia. Evento inserito in un programma della biblioteca promosso dall’ex sindaco Mario Guadagnolo, con la presenza della professoressa José Minervini e della scrittrice Nunzia Piccinni.
Particolari suggestioni offerte dai relatori, con Guadagnolo che parla della vistosa carenza nel mondo orientale della nostra cultura rinascimentale e dell’Illuminismo che sono stati il motore dello sviluppo umano, sociale, economico e culturale in Europa e nell’intero occidente. Assenza di cultura che giustifica la presenza dittature autarchiche, guerrafondaie, fanatiste del culto, del mondo attuale.
Grandi i classici da ritornare ad esplorare
Bella, intensa e perfino didascalica la narrazione di Josè Minervini, presidente della sezione tarantina della Dante Alighieri che ha parlato dell’illuminista Verri accostando la lettura del libro alla figura di Giovanni Battafarano che da giovane professore di lettere con ambizioni universitarie finisce nella politica, portandovi lo spirito del liberalismo progressista del Caffè del ‘700 milanese. Stesso tenore nell’intervento di Nunzia Piccini che punta sull’attualità del pensiero dei classici
Attualità che possiamo ricavare anche dalla nostra esperienza
Negli anni ’80 eravamo a Berlino, assistendo in presa diretta al fenomeno delle case occupate nel centro storico.
Manifestazioni promosse dall’interno delle facoltà di architettura. L’obiettivo: evitare lo svuotamento dei palazzi d’epoca per modernizzare.
Ora riesco a collegare questo a quanto dicevano gli urbanisti del ‘700, all’interno di quel laboratorio di idee del caffè letterario, che se una pietra supera cento anni non deve essere eliminata. Passare dal dolore dello stravolgimento urbanistico alla lotta per la conservazione delle stufe in maiolica.
Quanti di quei principi del Verri illuminista ancora oggi la politica osserva? Pensiamo, per esempio al Muro dell’Arsenale di Taranto, che attraversa una buona parte del borgo. Molti vorrebbero abbatterlo nel tentativo di riappropriarsi di un litorale del Mar Piccolo. Invece ora si sa che, essendo testimonianza unica ed eccezionale sulla storia umana della città rientra nei criteri per candidarsi a patrimonio dell’umanità.
Questa digressione da cronista ci porta alle parole di Verri e al suo messaggio sul dolore quale principio dell’uman genere.
Battafarano, con il suo solido garbo tra l’istituzionale politico che conosciamo e lo storico letterario che stiamo apprezzando ora, si sofferma sul Verri ed il suo tempo, quando cresceva il suo impegno sociale, la ricerca del consenso come pratica per consolidare la politica fino al linguaggio estetico del filosofo lombardo di fronte alla pittura, da osservare come dramma e non come pennelate e colori.
La Piccinni ci riporta al dolore del travaglio, ma noi preferiamo mantenerci sul dolore morale, magari volgendo lo sguardo alla città di Archita sparita, al borgo devastato dai palazzinari e dall’industria pesante e da quel dolore ricavare la spinta per una rinascita.
E dal calendario della biblioteca c’è l’appuntamento del 13 marzo con la presentazione del libro di Tiziana Grassi che divulga le storie di chi investe nella felicità del territorio …. Come se fosse un appuntamento del caffè letterario di Pietro Verri.