Principale Arte, Cultura & Società Università, Formazione & Scuola La Pubblica Istruzione merita di più!

La Pubblica Istruzione merita di più!

Dario Patruno

Il ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara al di là degli innumerevoli obiettivi che ha annunciato, sarebbe opportuno che si concentri su pochi obiettivi, tre su tutti:

  • Immissione in ruolo dei 70.000 precari;
  • Riconoscimento dell’autorità del docente, svilito da molti dirigenti, troppo proni ai desiderata dei genitori;
  • Evitare le classi pollaio adottando il parametro di 25 alunni massimo per classe.

Diventa urgente adottare nuove misure volte a centrare l’obiettivo PNRR, che consiste nell’assunzione nei prossimi due anni di 70mila docenti. Queste nuove misure prevedono un nuovo sistema di formazione iniziale dei docenti e una salvaguardia dei docenti precari con almeno 3 anni di servizio alle spalle. Un primo bando di concorso è atteso nella primavera/estate 2023 ed un secondo nel 2024. I 70mila docenti entreranno in ruolo parte nel 2024 e parte nel 2025 con una nuova abilitazione all’insegnamento per consentire anche ai giovani di salire in cattedra.

Il coraggio non manchi e i sindacati, alcuni dei quali, in maniera incomprensibile, rimangono ancora tiepidi, si diano una mossa per dare risposte serie e puntuali alle aspettative di chi da anni aspetta il ruolo, avendo già dato sul campo prova di saper insegnare e trasmettere benessere agli alunni, capace di accrescere le loro sicurezze che è il viatico migliore per accrescere i saperi.

I tempi sono maturi e bisogna fare presto. De resto insieme al comparto sanità le priorità sono sotto gli occhi di tutti.

L’impegno per l’Ucraina non distragga il Governo dal passare alla fase operativa sulla scuola che incide sulla vita quotidiana di lavoratori precari e sulle loro famiglie. Il prossimo anno scolastico 2023 è alle porte e c’è tempo per fare presto e bene.

La sveglia è già suonata e il Ministro sappia che non servono gli studioli arredati a scuola con pc per preparare le lezioni, ricevere i genitori, fare ricerca per gli insegnanti. I docenti sono in grado di preparare le lezioni anche senza questi spazi e lo fanno da anni.

In merito al punto 2) vi invito a visionare il video su NOW TV realizzato da Paolo Sorrentino, mirabile esempio di come solo Dio può occuparsi dell’educazione dei genitori.

E’auspicabile che ogni docente, alunno, dirigente e personale della scuola possa con orgoglio, richiamando il titolo di una monografia del Ministro, ordinario di Diritto romano, civis romanus sum sentirsi orgogliosi di appartenere al sistema pubblico dell’istruzione, garanzia di laicità e istruzione fornita a tutti.

Sono cittadino romano, è una locuzione latina che indicava l’appartenenza all’Impero romano e sottintende, in senso lato, tutti i diritti (e i doveri) connessi a tale stato (Cicerone,In verrem II, 5, 162).

Personaggi latini, lo sfruttarono per far valere i privilegi che loro erano concessi dalla cittadinanza romana. Paolo di Tarso, appellandosi all’Imperatore, ottenne che venisse sospeso il processo che lo vedeva imputato per le leggi del suo popolo e nella sua terra, e che lui, in catene e sotto scorta, fosse portato a Roma (At 22,27). L’imperatore dell’epoca era il feroce Nerone che accolse questo principio. Incredibile ma vero.

Pertanto massima fiducia nel nuovo interlocutore a capo del Dicastero ma il personale scolastico vuole toccare e vedere i benefici di un nuovo corso: magistrorum sapientia discipuli prosit, la saggezza dei maestri giovi agli alunni.

LASCIA UNA RISPOSTA

Inserisci il tuo commento, grazie!
Inserisci il tuo nome qui, grazie

CAPTCHA ImageChange Image

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.