Principale Arte, Cultura & Società Lavorativamente parlando Taranto è un deserto

Lavorativamente parlando Taranto è un deserto

Taranto

Lavorativamente parlando Taranto è un deserto

di Evelyn Zappimbulso

Lavorativamente parlando, Taranto è sempre stata un deserto. Chi ha aspettative e progetti va via. Non avranno la valigia di cartone, come accadeva nell’Italia del boom economico, ma i ventenni di oggi vanno via dalla loro città. E ci si ritrova a essere più poveri, non soltanto perché il Prodotto Interno Lordo del sud è inferiore a quello del nord, ma anche perché il Mezzogiorno, così, perde i propri giovani, le menti, le braccia.

L’analisi è dell’ultimo rapporto Istat sulle criticità del Sud. E andando a guardare le pieghe dello studio si scopre che le province con il maggior tasso di migrazione sono Foggia (-19 residenti ogni mille) e Taranto (-17, dieci punti in più rispetto al 2005).  Le motivazioni sono abbastanza evidenti, non siamo ancora una città universitaria e non siamo in grado di garantire opportunità lavorative che vadano oltre alla grande industria e alla Marina militare.

Istituzioni, politica e partiti hanno ripreso, in questi giorni, a parlare di giovani, delle loro problematiche ed aspettative. Una parte significativa di questa discussione dà rilievo all’aspetto della partecipazione di ragazze e ragazzi alla vita pubblica ed al loro attivismo in senso lato, affrontandolo come un problema da risolvere piuttosto che come una necessità. Sfiducia verso la politica, disagio, incertezza, gerontocrazia, ricambio generazionale, sono questi i temi che emergono quando si parla di giovani, lasciando spesso in ombra quanti partecipano e si spendono per la propria comunità.
Ma se non partecipano alla vita politica i giovani del territorio, quale è la causa? La fuga. Gran parte delle energie vitali della società jonica si sposta privando le comunità delle qualità necessarie a supportare la crescita economico – sociale dei comuni.

Cosa bisognerebbe fare? Puntare su corsi di laurea diversificandosi da altre università più affermate, rendere accattivante il polo universitario soprattutto fuori dalla regione Puglia, migliorare l’offerta universitaria dal punto di vista infrastrutturale, con la creazione di un campus moderno, fornire strumenti per avviare startup sul territorio e favorire l’ingresso di nuove aziende con vantaggi economici. Lavoro nel mondo IT (Information Technology). Bari ha una quantità di aziende impressionante. A Taranto le aziende IT si contano sulle dita di una mano.

I nostri giovani hanno bisogno di crescere, formarsi e lavorare nel nostro territorio. Solo così possiamo aumentare la partecipazione giovanile al mondo sociale-politico, che deve interessarli in prima persona.

È più facile andare via che lottare per gli ideali in cui si crede, ma per i giovani la questione non è per niente facile. Serve maggiore interesse nei loro confronti, servono maggiori tutele che li portino a costruire qui e con le proprie mani il futuro che sognano. Ma non hanno libertà di scelta e fuggono.

Come cantava Giorgio Gaber: “Ci affanniamo a discutere, polemizzando, la libertà non è star sopra un albero, non è neanche avere un’opinione. La libertà non è uno spazio libero. Libertà è Partecipazione”.

Evelyn Zappimbulso Vice Direttore Corrierepl.it

Redazione Corriere di Puglia e Lucania 

Corriere Nazionale

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