La Spagna pecca di “mancanza di trasparenza” nelle concessioni nel demanio marittimo terrestre del suo litorale. Così si è dimostrata incisiva la Commissione europea, che ha aperto una procedura d’infrazione contro la Spagna per violazione delle direttive europee. Bruxelles sostiene che il governo spagnolo non ha garantito un processo di selezione “trasparente e imparziale” per l’affidamento delle concessioni relative alle zone costiere e ritiene che proroghe senza giustificazione siano “contrarie” alle regole dell’Unione Europea. Quindi a Bruxelles non piace che la legge spagnola consenta la possibilità di concedere “concessioni” o “autorizzazioni” ai sensi della Direttiva Servizi per costruire locali permanenti come ristoranti, aziende agricole, aziende cartarie o chimiche in spazi di “ demanio marittimo-terrestre”, al di fuori dei porti, senza effettuare una procedura di selezione aperta e trasparente. Inoltre, consente di estendere la durata di tali concessioni per un periodo fino a 75 anni, sempre senza avviare una procedura di selezione. Ragion per cui “viola la direttiva servizi”.
Concessioni balneari: anche la Spagna nel mirino dell’Ue?
L’invio della lettera di citazione è il primo passo della procedura di infrazione. Pertanto le autorità hanno ora due mesi per rispondere a Bruxelles e correggere la situazione. In caso contrario, la Commissione europea potrebbe lanciare un ultimatum che, se non risolto positivamente, potrebbe sfociare in un ricorso davanti alla Corte di giustizia dell’Ue. Ed è quello che potrebbe accadere con una seconda procedura d’infrazione aperta da Bruxelles contro la Spagna per non aver portato a termine la revisione dei piani di gestione dei bacini idrografici previsti dalla Direttiva quadro sulle acque e/o dei piani di gestione del rischio alluvione. Come richiesto dalla direttiva sulle alluvioni. Entrambe le direttive impongono agli Stati membri di aggiornare e riferire ogni sei anni rispettivamente sui rispettivi piani di gestione del bacino idrografico e del rischio di alluvione. Secondo Bruxelles, la Spagna e altri dieci Paesi non hanno rivisto, adottato e notificato in tempo tutti i loro piani di gestione del terzo bacino idrografico e del secondo piano di gestione del rischio di inondazione. I piani di gestione dei bacini comprendono un programma di misure chiave per garantire il buono stato di tutte le masse d’acqua, mentre i piani di gestione del rischio di alluvione sono preparati sulla base di mappe che mostrano le possibili conseguenze negative associate agli scenari di alluvione.