L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (IAEA) ha fornito oggi un rapporto agli Stati membri secondo cui l’agenzia ha rilevato particelle di uranio arricchito di grado quasi atomico presso l’impianto sotterraneo di Fordow in Iran. Secondo il rapporto dell’AIEA, Il 22 gennaio 2023, l’agenzia ha prelevato campioni ambientali presso il Fordow Fuel Enrichment Plant (FFEP), i cui risultati analitici hanno mostrato la presenza di particelle di uranio ad alto arricchimento contenenti fino all’83,7% di U-235 – ma non ha osservato alcuna corrispondente scorta di uranio – durante un’ispezione intermedia mensile. L’uranio arricchito ad almeno il 90% è considerato di grado atomico. Tuttavia Teheran ha respinto i risultati dell’AIEA come dovuti a “fluttuazioni involontarie” nei livelli di arricchimento. L’AIEA ha detto di non essere soddisfatta delle smentite dell’Iran e ha riferito che sta ancora lavorando con Teheran per chiarire la questione.
L’Iran ha arricchito l’uranio
La spiegazione dell’Iran secondo cui ha prodotto involontariamente uranio vicino alla qualità delle armi atomiche non è credibile: Teheran stava probabilmente sperimentando un arricchimento maggiore ed è stata colta in flagrante. La scorsa settimana, l’Iran ha affermato di non aver fatto alcun tentativo di arricchire l’uranio oltre il 60%. “La presenza di una o più particelle di uranio superiori al 60% nel processo di arricchimento non significa un arricchimento superiore al 60%“, ha affermato Behruz Kamalvandi, portavoce dell’Organizzazione per l’energia atomica dell’Iran. Tuttavia è improbabile che i livelli di arricchimento di Teheran siano accidentalmente oscillati all’84%. Probabilmente l’Iran stava sperimentando un maggiore arricchimento che non ha comportato l’accumulo di materiale. Da quando è entrata in carica nel gennaio 2021, l’amministrazione Biden ha presieduto numerosi progressi qualitativi sul nucleare iraniano, poiché Teheran ha sfruttato la pressione ridotta e l’inutile sforzo dell’Occidente per ripristinare l’accordo nucleare del 2015, formalmente noto come Piano d’azione globale congiunto (JCPOA). Il Joint Comprehensive Plan of Action, è stato concepito per concedere all’Iran le sanzioni tanto necessarie in cambio di limiti al suo programma atomico. Comunque l’ultimo rapporto dell’AIEA indica che l’Iran ha accumulato abbastanza uranio arricchito al 60% – che può essere utilizzato direttamente in un ordigno nucleare grezzo – per almeno due armi nucleari. Mancano settimane alla produzione di uranio sufficiente per armi per diverse bombe atomiche.