Principale Ambiente & Salute OGM, l’UE propone regole flessibili sulle “Nuove Tecniche Genomiche”

OGM, l’UE propone regole flessibili sulle “Nuove Tecniche Genomiche”

La Commissione europea studia come superare i limiti imposti (anche a tavola) dalla magistratura comunitaria in materia di OGM e si inventa le NGT ("Nuove Tecniche Genomiche"). Ma, dato che monta la polemica circa i possibili "giochetti" su un'etichettatura mancante o non chiara, decide di lanciare una consultazione pubblica accelerando i tempi per una legge, che sia anche abbastanza conforme alle esigenze delle potenti lobby dell’agrobusiness. Tra possibili interessi nascosti e tanta fretta certificata, crescono soprattutto le paure per i presumibili danni all'ambiente e alla salute umana

Bruxelles ha intenzione di ammorbidire la regolamentazione sugli OGM (Organismi Geneticamente Modificati) – e sugli alimenti da essi derivati – ribattezzando le metodologie scientifiche utilizzate nello sviluppo laboratoriale di queste sostanze con il nuovo acronimo “NGT“, che sta per “Nuove Tecniche Genomiche“. Queste innovative forme di elaborazione, nonostante siano “di nuova generazione”, sono già state oggetto di una sentenza della Corte di Giustizia Europea del 2018, che aveva stabilito di trattarle secondo le stesse normative in vigore per gli OGM tradizionali.

Nella tarda primavera del 2023, però, la Commissione europea prevede di adottare un regolamento aggiornato, denominato “Legislazione sulle piante prodotte con le nuove tecniche genomiche”. L’obiettivo principale di queste leggi, essenzialmente, sarà quello di superare i limiti del suddetto verdetto, dissociando la prassi impiegata nelle NGT da quella impiegata usata nel trattamento dei classici transgenici. E già si teme per la futura probabile assenza di un’etichetta trasparente, in grado di far riconoscere intuitivamente i prodotti manipolati con questi recenti strumenti di editing genetico.

UE: ricerca, sondaggio, report e legge in cantiere. Ma se le lobby hanno fretta, FotE Europe è prudente

In tal senso – e per stemperare le polemiche -, nel settembre del 2021 l’UE aveva anche aperto una pubblica consultazione sul tema, basandosi su uno studio scientifico di cui era in possesso. Ma, secondo una relazione dell’organizzazione Friends of the Earth Europe, alcuni dei quesiti sollevati in questa fase sarebbero stati formulati in modo simile alle proposte avanzate da Euroseeds1, un’organizzazione tra i cui membri figurano vari lobbisti dell’industria chimica dell’agroalimentare, produttori di pesticidi e detentori di brevetti per sementi2, che sono stati spesso criticati per i loro danni  – più o meno evidenti – sulla biodiversità.

Ora, la discussione pubblica è stata chiusa dopo un mese e la Commissione europea ha pubblicato il relativo report d’impatto, in modo da poter presentare la nuova legislazione di cui sopra intorno ai primi di giugno di quest’anno e, successivamente, passare attraverso il processo decisionale dell’Europarlamento e del Consiglio d’Europa. Ma la proposta, è importante ricordare, ha già sollevato molti dubbi riguardo ai possibili rischi e pericoli per la salute pubblica e l’ambiente. Alcuni esponenti europei, come prevedibile, insistono nel sostenere che, l’introduzione di alimenti derivati dalle nuove tecniche genomiche, dovrebbe essere vista come un’opportunità per spingere la sostenibilità. Anche se, sempre dalla relazione di FotE Europe, si evince che non esistono dati scientifico-statistici in grado di dimostrare come tali nuovi OGM potranno (o meno) effettivamente ridurre l’uso di pesticidi o promuovere la diversità biologica (al contrario, gli stessi potrebbero comportare problematiche e incoraggiare monocolture su larga scala, aumentando la dipendenza degli agricoltori dai diserbanti e dai brevetti delle grandi multinazionali chimiche – e pare che, mensilmente, siano circa 200 quelli depositati dalle grosse aziende agrarie e riguardanti queste nuove applicazioni -).

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A tutto, tranne che alla salute…

L’UE, dal canto suo, evita persino di nominare la parola “salute”, lasciando che tra le 5 pagine del proprio documento di valutazione rischi si trattino bene altri temi (quali il risvolto economico, sociale e ambientale degli NGT e la semplificazione amministrativa con essi derivante), citando appena quel “fastidioso” termine nel capitolo dedicato ai diritti fondamentali (scrivendo, in modo generico, che i nuovi OGM “dovrebbero garantire un elevato livello di salute umana” e che “saranno valutati gli impatti su salute, ambiente e diritto all’informazione dei consumatori”).

In conclusione, l’iniziativa europea di deregolamentazione delle “Nuove Tecniche Genomiche” preoccupa non poco riguardo alla possibile enfatizzazione sui profitti dell’industria agroalimentare e chimica, a spese della sanità collettiva e della ricchezza biologica naturale. Resta tutto da vedere se e come queste norme evolveranno e affronteranno le spinose questioni legate agli OGM.

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Fonti online:

ByoBlu (testata giornalistica ed emittente televisiva nazionale; articolo di Elisabetta Barbadoro del 10 marzo 2023), sito della Corte di Giustizia dell’Unione europea, sito istituzionale EUR-Lex, sito istituzionale della Commissione europea, sito istituzionale della Commissione europea (sezione Sicurezza alimentare), Friends of the Earth Europe, Euroseeds, Coldiretti, Cornell Chronicle, Slow Food, Nature.

Canali YouTube: Euroseeds, Friends of the Earth Europe.

Antonio Quarta

Redazione Il Corriere Nazionale

Corriere di Puglia e Lucania

Note di riferimento:

  1. “Quattro delle undici domande a scelta multipla proposte nella consultazione europea – spiega il rapporto della rete ambientale europea – chiedono in modo parziale come la sostenibilità dei nuovi OGM dovrebbe essere promossa. Una domanda, inoltre, copia direttamente le argomentazioni dell’agrobusiness, secondo cui i nuovi OGM potrebbero non essere identificati, mentre non viene chiesta una rigorosa valutazione del rischio per i nuovi OGM”.
  2. Si parla di grossi nomi, tra cui le tedesche Bayer (il colosso farmaceutico proprietario di Monsanto) e BASF (grossa industria del settore chimico), nonché la svizzera Syngenta (nota per i propri diserbanti e semi agricoli).

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