Principale Arte, Cultura & Società In mostra ad Altamura documenti del meridionalista Tommaso Fiore

In mostra ad Altamura documenti del meridionalista Tommaso Fiore

Mostra Tommaso Fiore locali ex Conservatorio Santa Croce REDAZIONE ALTAMURA - ALTA MURGIA

Foto di copertina: Tommaso Fiore

In occasione  del 50° anniversario della scomparsa  dello scrittore Tommaso Fiore, torna ad Altamura dopo  10 anni  la mostra dedicata a lui.

Presenti all’inaugurazione le figlie dello scomparso: Melisenda e Teta Fiore, nonché Agnese Moro figlia del noto statista  assassinato Aldo Moro.

Un pezzo di storia che racconta le “Donne tra analfabetismo ed emancipazione”, così il titolo della mostra bibliografico-documentaria inaugurata l’8 marzo 2023  presso i locali dell’ex Conservatorio Santa Croce, in pieno centro storico, in concomitanza con la Festa della donna.

Ideazione, progettazione e realizzazione  di Rosa Maria Capozzi del CNR-IAC, e mostra curata insieme a Vania Fazio, nipote dello scrittore.

Per inderogabili impegni istituzionali,  il Commissario prefettizio Maria Rita Iaculli si è fatta rappresentare  dal subcommissario Cinzia Carrieri.

Presenti i funzionari dell’Ufficio Cultura, Berardino Galeota e Arrigo Melodia, che hanno seguito con particolare attenzione l’allestimento della mostra.

Da sx: Bianca Tragni; Teta Fiore; Melisenda Fiore; Cinzia Carrieri; Rosa Maria Capozzi; Vania Fazio

E’ intervenuta anche la giornalista e scrittrice Bianca Tragni, in contatto da tempo con le due  predette curatrici. Con l’occasione ha esposto il suo libro “Fior…da Fiore-Antologia degli scritti di Tommaso Fiore” scritto a quattro mani insieme a Mariangela Surico.

La mostra sarà aperta fino al 19 marzo prossimo, con probabile proroga fino a metà aprile da confermare. La documentazione presentata –  racconta Rosa Capozzi –  è stata concessa dal Fondo Fiore della Biblioteca Sagarriga Visconti Volpe di Bari; IPSAIC Tommaso Fiore;  Raccolte famiglie Fiore e Fazio; Archivio privato Rina Durante e Massimo Melillo;  e Fondazione Gramsci.

Certamente – aggiunge R. Capozzi –  i documenti presentati in questa occasione, sebbene in fotocopia,  sono più numerosi rispetto a quelli della prima rassegna realizzata a Roma nel 2014 che erano la metà.

Le sue continue ricerche sono un arricchimento all’immenso patrimonio documentale di Tommaso Fiore che ha intrattenuto rapporti epistolari con molti personaggi che condividevano lo stesso interesse per la questione del meridionalismo e dell’emancipazione della donna, sul cui fronte ha speso molte energie.

Documenti in esposizione

Questo è riscontrabile dalla copiosa documentazione riflettente figure di elevato spessore culturale del suo tempo, e di cui le due curatrici hanno evidenziato con pannelli, es. Carla Voltolina Pertini, Rina Durante, Ada Prospero Gobetti, Maria Antonietta Macciocchi, Anna De Lauro Matera; narrare in  questa mostra le loro storie – è scritto nella brochure – è un atto d’amore.

Tommaso Fiore, è una figura molto nota ad Altamura: sindaco (19.11.1920-26.8.1922),  scrittore, traduttore di classici, giornalista, politico italiano. Nato nel 1884, la cui abitazione di famiglia era in Cl. Domenico Cinfio, e un’altra successiva in Cl. Fratelli Serena, entrambe parallele di Via S. Caterina,  dimostrò sin da piccolo  grande interesse agli studi umanistici, sia durante gli studi liceali che presso l’Università di Pisa, dove si laureò.

Casa Tommaso Fiore, Cl. Cinfio

Chiamato alle armi nella 1. Guerra mondiale, fu catturato al fronte e deportato in Germania, dove nel 1919 fu liberato e tornò a casa.

Il tempo della prigionia lo aveva temprato e maturato. Da qui nasce il suo interesse alla questione del  meridionalismo e l’avversione nel ventennio successivo al regime fascista, di cui purtroppo a causa della sua dichiarata ostilità politica, nel 1942 subirà il confino prima all’isola di Ventotene e poi di Chieti   insieme ai due figli Enzo e Vittore. Tornato a casa nel 1943  continuò la sua azione sovversiva a Bari dove fu nuovamente incarcerato.

Padre di 6 figli: 3 maschi (Vincenzo, Vittore e Graziano) e 3 femmine (Francesca, Melisenda sposata Fazio e Teta), nel carcere apprese la notizia della morte dell’altro figlio Graziano nella strage di via Niccolò dell’Arca avvenuta nel capoluogo pugliese.

Furono anni duri per la sua famiglia, ma abituato alla durezza della vita, fu strenuo difensore  dei diritti l’uomo e della donna, i cui sentimenti erano ben definiti nella corrispondenza che aveva con i giornali dell’epoca, i cui articoli spaziavano  nella lotta contro ogni forma di prevaricazione, dall’analfabetismo ad altre ingiustizie.

Si spense nel 1973. Una lapide posta al primo piano del Palazzo di Città di Altamura ne ricorda la sua figura.

Lo scrivente gli dedicò un profilo biografico nella pubblicazione “Altamura la Regina della Murgia”/Giovanni Mercadante/Schena Ed./Fasano/1987.

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