Da anni ormai le attività commerciali della nostra Italia sono viste dai cittadini come un’opportunità di lavoro avvincente, porto sicuro per alcuni ma senz’altro rischiose per la maggioranza. Ne ho parlato con Valeria Buonvin, la proprietaria del negozio per bambini “Dolci Chicche”, situato in Via De Giosa, 99/B (Bari).
Quando ha avviato la sua attività e cosa l’ha spinta?
Dopo la laurea in Giurisprudenza, per diciassette anni sono stata informatore scientifico ma vista la crisi in cui versava quel settore ho voluto buttarmi nel commercio al dettaglio, dando vita a Dolci Chicche, un negozio di abbigliamento per bambini. Nonostante una serie infinita di difficoltà, la voglia di cambiare l’ambito lavorativo a cui ero abituata con uno più leggero e allegro, mi ha spinta sei anni fa a rilevare l’attività già esistente da una ventina.
Quali sfide ha affrontato per avviare questa attività?
Iniziando questo percorso ho dovuto cimentarmi in cose per me totalmente nuove e diverse rispetto al background che negli anni precedenti mi ero creata e allo stesso tempo ho sviluppato con l’esperienza altre abilità, errore dopo errore. Ho inevitabilmente dovuto carpire i segreti del mestiere e apprendere come entrare in contatto con la clientela, venendo da tutt’altro mondo. Non è stato tutto positivo, però, perché ho anche dovuto attraversare delle crisi finanziarie e le conseguenze legate all’emergenza sanitaria del Covid-19.
Come ha fronteggiato la chiusura forzata?
Fortunatamente vendendo beni di prima necessità, il negozio è rimasto chiuso solo un mese. Ma questo non è stato un grande vantaggio in quanto, come potrà immaginare, mantenere un locale commerciale aperto ma senza un granchè di affluenza e acquisti, comporta molte spese e poche entrate. Tramite i canali social (Facebook, Instagram) e il sito Subito.it, ho cercato di mandare avanti la mia attività ma, in virtù delle numerose preclusioni imposte, è stato molto difficile se non impossibile per me consegnare la merce in tutti i singoli paesi dai quali arrivavano gli ordini. A posteriori ammetto che non ero affatto pronta a gestire anche le complicanze derivate da una crisi sanitaria di quella portata. Seppur non possa affermare di aver pareggiato spese e perdite, perchè le mie finanze ne hanno risentito in modo notevole, negli ultimi mesi sto rilevando dei graduali e lievi segnali di crescita, di ripresa: la gente è meno spaventata, è tornata a condurre la propria vita in semi-normalità e quindi a ripopolare strade e negozi. Dopo anni e anni di sofferenza, con tanta tenacia e voglia di fare, sto quindi sopravvivendo.
In che condizione sono le attività commerciali baresi?
Che io sappia ne stanno chiudendo a centinaia. Se guardiamo ad esempio via Manzoni ci accorgiamo di che cosa è diventata. Purtroppo il commercio è un settore molto complicato per molteplici fattori, primo fra tutti – in base alla mia esperienza – il rapporto col pubblico che è sempre più problematico. Incontrare una persona serena e tranquilla che si approccia a noi operatori di questo ambito è ormai raro. A questo va aggiunto che ora c’è moltissima concorrenza soprattutto tra esercizio fisico e digitale. Tante famiglie preferiscono comprare online dopo esser stati in negozio e le loro esigenze sono aumentate in maniera esponenziale.
Cosa vede nel futuro di Dolci Chicche?
Io guardo al futuro della mia attività con positività. Offro dei capi validi e di qualità e grazie alla mia perseveranza, mi auguro di riuscire a proseguire nel migliore dei modi. Ho intenzione di avviare l’e-commerce per essere al passo con i tempi e con il progresso tecnologico e poi credo fortemente in quel pizzico di fortuna di cui tutti abbiamo bisogno nella vita. Dal canto mio, io spero che arrivi e rimanga dalla mia parte per molti anni (ride, ndr).
