“MaBasta” per dire no al Bullismo. Cinque scuole in rete. Capofila la Martellotta di Taranto
Giovedì 13 aprile alle 9,30, alla Martellotta (corso Annibale) conferenza stampa di presentazione del progetto avviato da cinque istituti tarantini
Al via gli interventi di debulliyng nelle scuole
I presidi Tartaglia, Bottiglia, Caforio, Capobianco e Salamina hanno costituito una rete accedendo ad un finanziamento regionale. In città i ragazzi di MaBasta
Stop al bullismo tra gli adolescenti. Parte da Taranto la rete debulliyng, una collaborazione tra cinque istituti scolastici del territorio, con l’obiettivo di arginare il fenomeno in crescita soprattutto per effetto della pandemia sanitaria da covid19.
L’iniziativa sarà presentata alla stampa giovedì 13 aprile alle ore 9,30 nella conference hall del plesso di corso Annibale, sede della scuola secondaria di primo grado dell’istituto comprensivo Martellotta, dai cinque dirigenti scolastici che hanno dato vita alla rete lo scorso dicembre: Giovanni Tartaglia (Martellotta), Floriana Bottiglia (San Giovanni Bosco), Antonia Caforio (Pirandello), Patrizia Capobianco (Archimede) e Marilena Salamina (Cesare Giulio Viola).
Accanto ai presidi ci sarà Mirko Cazzato, fondatore del movimento antibullismo MaBasta, con l’aiuto del quale i cinque istituti comprensivi concluderanno il loro percorso di scuole “debullizzate”.
La rete debulliyng si è formalmente costituita in risposta a specifici bisogni grazie all’emanazione di un bando regionale che ha consentito l’accesso ad appositi finanziamenti per la realizzazione di progetti mirati a contrastare ed arginare il fenomeno del bullismo e del cyberbullismo sul nostro territorio.
I giovani di MaBasta incontreranno gli studenti delle cinque scuole in rete a partire da mercoledì, secondo un preciso calendario che parte dalla Martellotta, scuola capofila del progetto, il 13 aprile (ore 10), prosegue con le scuole Archimede e Don Bosco il 14 aprile, dalle 9 alle 10,30 e alle 11 alle 12,30, e si conclude con gli istituti Pirandello e Viola il 17 aprile, dalle 9 alle 10,30 e dalle 11 alle 12,30.
“Riprendendo le attività didattiche a pieno regime e in presenza – spiega il preside Tartaglia – dopo la sospensione e la didattica a distanza degli anni precedenti, ci siamo accorti che i nostri studenti, anche quelli che pensavamo di conoscere perché già nostri iscritti, non erano più sereni come una volta. Molti scaricavano le frustrazioni e le angosce vissute già solo per essere stati costretti a rimanere a casa, a fare scuola davanti ad un monitor, attraverso rabbia, irrequietezza e comportamenti insoliti per la loro indole, a danno di compagni che fino all’anno precedente avevano riconosciuto come amici. Questi ultimi, invece, non riuscendo a sfogare la loro tristezza in altro modo, si erano chiusi in se stessi, diventando inevitabilmente bersaglio preferito delle offese dei primi. Per fortuna, i nostri docenti, con la fattiva collaborazione delle famiglie, hanno immediatamente messo in campo tutti gli interventi e le strategie per ripristinare un clima sereno e amichevole nelle loro classi. Tuttavia, ci siamo resi conto che qualcosa di più andava fatto. Di qui l’idea di costituire la rete e di chiedere la collaborazione di questo gruppo di giovani che va in giro per l’Italia, parlando ai suoi stessi coetanei, con risultati apprezzabili”.
“Purtroppo – aggiunge la preside Caforio – si tratta di un fenomeno che in questi anni si è alimentato anche per effetto della solitudine dei bambini e dei ragazzi a causa dell’isolamento forzato dovuto alla necessità di contrastare la diffusione del covid-19. Si doveva preservare la loro salute fisica, ed inevitabilmente abbiamo dovuto trascurare il loro benessere mentale”.
“Soprattutto per i nostri ragazzi – prosegue la preside Capobianco – che sono già più grandi, il covid ha trovato nella rete la trappola più insidiosa. Per questo motivo ritieniamo fondamentale bloccare sul nascere qualsiasi azione possa degenerare in fenomeni di bullismo, ma, soprattutto, attivare tutti gli strumenti per mantenere sempre un clima sereno e “paritario” all’interno delle classi”.
“L’azione formativa alla quale abbiamo pensato – aggiunge la preside Bottiglia – punta ad agire d’anticipo per prevenire e contrastare “dal basso” il bullismo ed il cyberbullismo nelle nostre scuole”.
“Con la formazione dei “bullizzotti” – conclude la preside Salamina – grazie alla collaborazione del movimento MaBasta, che abbiamo già avuto modo di consultare per alcuni interventi nella nostra scuola, vogliamo creare tra gli studenti veri e propri “agenti” pronti a prevenire il bullismo. Il nostro obiettivo è dare vita ad un modello educativo da adottare anche al di fuori dell’ambiente scolastico, per evitare fenomeni di violenza tra adolescenti”.
Redazione Corriere di Puglia e Lucania