Avere il mare non basta
di Evelyn Zappimbulso
Importanti compagnie internazionali e grandi navi, dopo averne constatato le straordinarie opportunità, hanno messo Taranto sulla cartina geografica del turismo di valore delle crociere. E questo ci fa onore e ci inorgoglisce. Alla vigilia della nuova stagione crocieristica tarantina si contano già circa quaranta approdi per sette compagnie e c’è chi scommette che nel 2023 si supererà il numero dei transiti che lo scorso anno ha visto circa 110mila passeggeri. Taranto piace, forse più a chi l’attraversa che a chi la vive tutti i giorni. Taranto, per l’imprenditoria del turismo, anche internazionale, è un cavallo su cui puntare e vincere. Ma si ha la consapevolezza che le manchi ancora qualcosa; che le manchi quella vera vocazione turistica che la confermerebbe centrale snodo di bellezza nel Mar Mediterraneo. E quel qualcosa, costa dirlo, è una radicata e storica mancanza di cultura recettiva.
L’amministrazione tarantina, insieme alla autorità portuale jonica, ha indubbiamente saputo cogliere l’occasione, riuscendo a consolidare i suoi traffici anche per l’anno croceristico che inizierà ufficialmente il 9 maggio, con l’arrivo della “Celebrity Constellation” seguita da 40 scali di sette diverse compagnie, a conferma della tendenza stabile di crescita di Taranto Cruise Port.
Un’autentica rinascita grazie alle possibilità del settore turistico che verranno consolidate, si spera, nel 2026 quando la città ospiterà i Giochi del Mediterraneo. Insomma va ringraziato il suo doppio mare, unico nel suo geospazio naturalistico. Il Mar Grande, patrimonio prezioso del Mediterraneo per la biodiversità di fauna e flora marine.
E il Mar Piccolo, che assomiglia ad un otto rovesciato, simbolo matematico dell’infinito, che può essere emblema della forza di questo mare che riesce a rigenerarsi anche grazie ai ricercatori che con passione lavorano a questo scopo. E ce ne sono tanti, animati da coraggio e amore per la città, che spingono in avanti studi, petizioni, scoperte aprendo gli entusiasmi a scuole, associazioni e professionisti del settore. Solo 20 chilometri quadrati per poco più di 10 metri di profondità, in cui si sversano piccoli fiumi, tra cui il Galeso, un corso ricco di storia descritto da Virgilio, Orazio e da numerosi viaggiatori. Una miniera di storia e bellezza.
Ma avere il mare o averne addirittura due, non basta. L’opportunità nata con gli approdi ambiti di tanti croceristi, dopo averla sfidata va consolidata con politiche che sostengano le piccole e medie imprese verso una nuova cultura recettiva. I turisti attraversano la città vecchia e le vie del borgo umbertino durante la controra, tanto cara e molle alla gente del sud. E allora vanno tenuti aperti anche i piccoli negozi del centro, le strade andrebbero animate con stand ittici, il museo dovrebbe puntare ad una accoglienza h24. Insomma, il mare blu e i tramonti arancioni sono un regalo per Taranto, tutto il resto va lavorato sul campo, con strategie nuove e cambi di mentalità.
Evelyn Zappimbulso Vice Direttore Corriere.pl
Redazione Corriere di Puglia e Lucania