Come si addice a un Paese governato dalla destra estrema, da un pugile suonato e da una miliardaria ossigenata, l’Ucraina si appresta a cancellare la festa del lavoro. Del resto è una giornata che sta cominciando a diventare sospetta anche nell’Europa dei banchieri e dunque meglio tagliarla, in vista delle magnifiche e progressive sorti delle trattative con la Ue. Via dunque quel primo maggio comunista e via anche la festa della donna.
Ma naturalmente, nel disegno di legge preparato dal ministro della Cultura Evgenij Nischuk e sostenuto da tutti i gruppi, queste feste sono state sostituite con altre e in particolare l’8 luglio sarà il giorno dell’esercito ucraino in ricordo di non so quale battaglia di 400 anni fa, ma soprattutto il 30 giugno sarà proclamato Giorno del ristabilimento dello stato ucraino, in onore dell’Indipendenza dell’Ucraina proclamata dal boia di Katyn, Stepan Bandera dopo l’occupazione di Leopoli da parte dei nazisti nel 1941.
Insomma il colpo di stato comincia a dare i suoi magnifici frutti e nei progetti del governo figura anche il mantenimento della celebrazione dell’ 8 maggio, giorno della capitolazione della Germania nazista, ereditato dalla vecchia Urss, ma trasformandolo in giorno di lutto per le vittime dell’occupazione sovietica. Questo sarebbe il governo sostenuto dalla commissione europea, quello che avrebbe liberato l’Ucraina dal governo legittimo. Ma per favore, andate a quel paese, ripetuto in 27 lingue.