Principale Ambiente, Natura & Salute La pace in un albero dopo la distruzione atomica

La pace in un albero dopo la distruzione atomica

BARI – Hibakujumoku (被爆樹木?, detto anche A-bombed tree ), da Hibaku (bombardato) e jumoku (albero): così denominano i giapponesi gli alberi bombardati ad Hiroshima e Nagasaki nel 1945 e sopravvissuti, anche solo con un postumo germoglio, all’atroce calore cui sono stati sottoposti. Nei primi tre secondi della fatale esplosione atomica, tutta la natura nel raggio di tre chilometri dal punto centrale, ha subito un’esposizione di calore pari a circa quaranta volte quella del sole (Frank Barnaby e Douglas Holdstock, Hiroshima and Nagasaki,Restrospect and Prospect,).

Ma, come sosteneva Voltaire:” Gli uomini discutono, la natura agisce”. Ed è così che, alcuni alberi, distrutti in superficie, abbiano conservato la forza della vita che ha prevalso sulla distruzione umana, facendo germogli dalle radici o dal tronco.

Da un piccolo seme che diviene getto di Ginkgo Biloba, presente in quell’orribile 6 agosto 1945 alle ore 8:15 ad Hiroshima, nasce un meraviglioso c’era una volta

Il germoglio viene portato a Bari, messo a dimora in un incantevole giardino, attorniato da variopinte rose di ogni tipo, per poi divenire alberello, un incantevole ed adolescente alberello, che Bruno Munari avrebbe definito esplosione lentissima di un seme.

Presso la suggestiva Villa Rocca, in Via Celso Ulpiani, grazie alle cure del Prof. Eugenio Scandale e del Prof. Vittorio Marzi, presidente e vice presidente dell’Accademia Pugliese delle Scienze, cresce rigoglioso l’Albero della Pace.

Presto sarà visitabile nel suo vigoroso sviluppo e sarà possibile constatare come la pace vinca sempre sulla guerra. Argomento quanto mai attuale.

Rossella Longo

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