Principale Attualità Ucraina, presidente della Corte Suprema agli arresti per corruzione

Ucraina, presidente della Corte Suprema agli arresti per corruzione

Il malcostume fa nuovamente scalpore in Ucraina, coinvolgendo persino il garante del rispetto della Costituzione. E mentre Zelensky si affanna a scalare la classifica dei duri e puri, certificata da una ONG, il giardino (cit.) delle stelline gialle su manto blu, tra mille problemi, gli chiude la porta in faccia

Le autorità anticorruzione ucraine hanno reso noto che Vsevolod Knyazev, presidente della Corte Suprema dal 2021, è stato messo sotto accusa e arrestato per aver accettato una “bustarella” di quasi 3 milioni di dollari, in cambio di alcuni favoritismi legali nei confronti dell’oligarca Konstantin Zhevago – si vocifera, inoltre, di recenti  scontri ideologici, apparentemente intercorsi tra Knyazev e il vicecapo dell’ufficio del presidente Volodymyr Zelensky e riguardanti le candidature da proporre in seno al Consiglio Supremo di Giustizia -. Il quale (Zhevago), già militante nel partito dell’ex primo ministro filo occidentale Yulia Timoshenko nonché da poco ribattezzato “il più giovane miliardario d’Ucraina” dalla rivista “Forbes“, al momento è invece ancora ricercato per appropriazione indebita.

Lo stesso nucleo di contrasto alla corruzione in Ucraina (NABU) ha poi evidenziato anche l’importanza della propria azione investigativa (tuttora in corso), pubblicando anche una foto dei soldi sequestrati durante la suddetta operazione, il cui obiettivo dichiarato sarebbe quello di abbattere il sistema messo su per “garantire vantaggi ai capi e ai giudici della Corte suprema”. Ad ogni modo, le indagini svolte sinora hanno già portato a 18 perquisizioni tra i magistrati dell’organo giurisdizionale più elevato, l’unico incaricato di tutelare il rispetto delle norme costituzionali.

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Le fatiche spese nel campionato dei vizi e del clientelismo

L’Ucraina, storicamente nota per la propria corruttela, il cui tasso oggi è ancora troppo elevato e non in linea con i requisiti richiesti per entrare a far parte dell’Unione europea del “Qatargate” – a tal proposito, pare che Bruxelles tenga molto in considerazione una classifica basata sul cosiddetto “Indice di Percezione della Corruzione” (CPI), ossia una specie di graduatoria del malcostume politico-amministrativo, stilata dall’ONG Transparency International che, al momento, vedrebbe l’Ucraina a quota 32 punti su 100 (il che significa “molto corrotto” e, soprattutto, che occorre accelerare con l’implementazione dei provvedimenti anticorruzione) – in questo periodo starebbe affrontando sfide significative nel percorso verso il riconoscimento comunitario.

Tra i risultati di questi sforzi annoveriamo che nei mesi scorsi, in “casa Zelensky”, sono arrivate le dimissioni del viceministro della Difesa Shapovalov (accusato a febbraio del rigonfiamento dei prezzi sull’acquisto del cibo per i militari al fronte e dei giubbotti antiproiettile, per giunta ritenuti di pessima qualità), dopo che già erano stati rimossi vari viceministri, tra cui quello alle Infrastrutture Lozynskyi (imprigionato perché reo di avere intascato una tangente di 400mila dollari per l’importazione di generatori).

Se tali azioni rappresentino un reale impegno per la trasparenza o una resa dei conti interna, questo è ancora del tutto incerto. Ciò che è certo, invece, è che l’Ucraina al momento non sembra soddisfare completamente le prerogative ricercate dall’Unione europea (sempre quella del “Qatargate”, per intenderci), che innanzitutto ha indicato a Zelensky la riforma giudiziaria come una delle principali politiche da attuare: una revisione totale dei codici civile e penale, che vada di pari passo con le norme di vigilanza sulla “malapolitica” e sulla “malagiustizia“, senza la quale resta sospesa ogni possibilità di ingresso nel Vecchio Continente, in attesa di sviluppi futuri (che, probabilmente, dipenderanno anche dalla famosa etichetta “NATO” attualmente non applicabile all’Ucraina, considerato il fatto che quello di Zelensky resta comunque un Paese – di fatto – in guerra).

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Fonti online:

ByoBlu (testata giornalistica ed emittente televisiva nazionale; articolo di Andrea Murgia del 16 maggio 2023), Il Post, Forbes, Ukrainska Pravda, National Anti-corruption Bureau of Ukraine (NABU), The Guardian, Istituto per gli Studi di Politica Internazionale (ISPI), Transparency International, ZN,UA, sito istituzionale della Commissione europea, EuropaToday.

Canale YouTube: NABU, Euronews (in italiano).

Antonio Quarta

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

Il Corriere Nazionale

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