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Disordini in kosovo: i serbi cercano di impossessarsi dell’edificio comunale, la NATO interviene

I serbi nel nord del Kosovo, hanno cercato di impedire ai funzionari di etnia albanese recentemente eletti, di entrare negli edifici municipali di Zvecan, Leposavic, Zubin Potok e Mitrovica, quattro comuni del nord che hanno tenuto le elezioni anticipate il mese scorso. Difatti i serbi locali che costituiscono la maggioranza in quelle aree, negano la legittimità delle recenti elezioni che hanno boicottato in massa, e in cui ha votato solo il 3,47% della popolazione. Pertanto i soli rappresentanti di etnia albanese o di altre minoranze sono stati eletti nelle cariche di sindaco e nelle assemblee.

Disordini in kosovo: i serbi cercano di impossessarsi dell’edificio comunale

La tensione è salita alle stelle quando i manifestanti hanno cercato di entrare violentemente negli edifici comunali mentre la polizia del Kosovo ha sparato gas lacrimogeni per disperdere la folla e far entrare i nuovi funzionari negli uffici. La situazione rimane tesa a Zvecan, dove i manifestanti hanno esposto le loro richieste e sono in trattative con la KFOR, la missione di mantenimento della pace della NATO in Kosovo, che ha aumentato la presenza per proteggere l’area. L’incidente è l’ultimo episodio dopo che le tensioni sono aumentate vertiginosamente nell’ultima settimana; più di una dozzina di serbi e cinque poliziotti kosovari sono rimasti feriti negli scontri di venerdì scorso, e lo stesso giorno le truppe serbe al confine con il Kosovo sono state messe in massima allerta. I due paesi sono nemici da decenni, con Belgrado che rifiuta di riconoscere la sovranità del Kosovo. Tuttavia gli Stati Uniti e l’Unione Europea hanno intensificato gli sforzi per aiutare a risolvere la controversia Kosovo-Serbia, temendo un’ulteriore instabilità in Europa mentre infuria la guerra della Russia in Ucraina. L’UE ha chiarito sia alla Serbia che al Kosovo che devono normalizzare le relazioni per avanzare nelle loro intenzioni di aderire al blocco. Dopo aver incontrato lunedì il presidente kosovaro Vjosa Osmani, l’ambasciatore statunitense Jeff Hovenier ha ripetuto l’appello delle potenze occidentali – Stati Uniti, Francia, Italia, Germania e Regno Unito – “per evitare circostanze in cui i funzionari accedano agli edifici pubblici attraverso l’uso della forza”.

Serbia-Kosovo

Il conflitto in Kosovo è scoppiato nel 1998 quando i separatisti di etnia albanese si sono ribellati contro il governo della Serbia, e la Serbia ha risposto con una brutale repressione. Morirono circa 13.000 persone, per lo più di etnia albanese. L’intervento militare della NATO nel 1999 alla fine costrinse la Serbia a ritirarsi dal territorio. Washington e la maggior parte dei paesi dell’UE hanno riconosciuto il Kosovo come stato indipendente, ma Serbia, Russia e Cina no. Un accordo Pristina-Belgrado del 2013 sulla formazione dell’associazione serba è stato successivamente dichiarato incostituzionale dalla Corte costituzionale del Kosovo, che ha affermato che il piano non includeva altre etnie e poteva comportare l’uso di poteri esecutivi per imporre leggi. Le due parti hanno provvisoriamente concordato di sostenere un piano dell’UE su come procedere, ma le tensioni continuano a ribollire.

 

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