La Banca Centrale Europea (BCE), ha pubblicato un documento con i risultati dei suoi primi prototipi di Euro Digitali, mentre si prepara a prendere una decisione entro la fine dell’anno sull’opportunità di sviluppare la valuta fiat dell’UE in un nuovo formato. Tuttavia, sebbene la BCE riconosca il potenziale di una valuta digitale della banca centrale (CBDC) per promuovere l’innovazione, esprime riserve sull’utilizzo della tecnologia di registro distribuito in stile Web3 e dei contratti intelligenti.
Neutralizzare le big-tech
L’euro digitale potrebbe essere l’ultima goccia per le banche che soffrono di una cronica bassa redditività come eredità della crisi del 2008, soprattutto con il forte aumento di nuovi crediti inesigibili legati alla pandemia. L’altro temuto scenario è che le grandi società tecnologiche americane, in particolare Google, Amazon, Facebook e Apple, finiranno per conquistare posizioni di comando nel mercato dell’intermediazione finanziaria, anche in Europa, semplicemente sfruttando i dati che hanno raccolto nel corso degli anni. Difatti, nel 2019, la proposta di Facebook di creare una propria valuta virtuale (che presto sarà lanciata con il nome Diem) è stata un campanello d’allarme per le banche centrali, incluse la BCE e la Fed, che hanno fatto il possibile per opporsi al progetto. Tuttavia Facebook non è l’unica big tech che prevede di emettere “stablecoin” (token di criptovaluta con valore stabile). Pertanto, mentre l’euro digitale è stato a un certo punto lanciato come risposta alla valuta di Facebook, Libra – successivamente ribattezzata Diem e poi abbandonata – i prototipi della BCE sono stati tormentati da polemiche a causa del coinvolgimento di un altro gigante tecnologico statunitense, Amazon.
Studio sui prototipi
Il prototipo della BCE prevedeva la creazione di un motore di regolamento e cinque interfacce utente front-end. Questi sono stati progettati con particolare attenzione a cinque casi d’uso specifici per l’euro digitale, inclusi pagamenti da persona a persona online e offline, pagamenti avviati dal pagatore e dal beneficiario nei negozi e transazioni di e-commerce. Il processo è stato facilitato da aziende private scelte a seguito di un invito pubblico a manifestare interesse, dimostrando un alto livello di coinvolgimento del settore privato in questa iniziativa. Difatti nel settembre dello scorso anno, la BCE ha annunciato di aver selezionato cinque organizzazioni per realizzare prototipi front-end per diversi scenari. Ad esempio, Amazon ha sviluppato l’interfaccia utente (UI) per i pagamenti e-commerce e Worldline per i pagamenti offline peer-to-peer. Per il back-end del prototipo, sviluppato dalla stessa banca centrale, la BCE ha rifiutato la tecnologia di registro distribuito, ma ha preferito un modello centralizzato basato sugli output delle transazioni non spesi, o UTXO, che vengono utilizzati anche nelle transazioni crittografiche. Il sistema UTXO “consente una convalida rapida ed efficiente delle transazioni”, supportando diversi tipi di pagamento proteggendo al contempo la privacy, afferma il rapporto della BCE, aggiungendo che ha anche consentito di effettuare pagamenti condizionati senza l’utilizzo di contratti intelligenti, un tipo di software automatizzato popolare in ambito decentralizzato. A giugno, la Commissione europea dovrebbe pubblicare un disegno di legge riguardante le salvaguardie della privacy dell’euro digitale e altre questioni rilevanti. I legislatori, tuttavia, hanno anche sottolineato che sono necessarie ulteriori esplorazioni per garantire che l’euro digitale sia pronto per la produzione e sufficientemente sicuro per soddisfare i requisiti dell’Eurosistema nel breve e medio termine (da cinque a sette anni).