Principale Arte, Cultura & Società Le donne e la giustizia – leadership – deontologia – esperienze

Le donne e la giustizia – leadership – deontologia – esperienze

Le linee guida di un nuovo linguaggio nella carriera delle donne REDAZIONE ALTAMURA - ALTA MURGIA

Da sx: Serena Triggiani, Antonio Santeramo, Angela Lorusso, Mariapaola De Santis

Presentato il libro “Lidia Poet – la prima avvocata” in Italia.

Il convegno, patrocinato dalla Commissione pari opportunità  della Regione Puglia, è stato organizzato il 28 aprile scorso dall’Associazione Avvocati  “Francesco Santoro Passarelli “ e dall’Associazione LeggerEdizioni con gli accreditamenti  degli Ordini degli Avvocati di Bari e dell’Ordine dei Giornalisti di Puglia.   

 E’ stato un momento di riflessione per gli operatori della giustizia e della comunicazione, per i quali sono stati assegnati dei crediti formativi.

L’incontro si è svolto ad Altamura nella sala convegni “A. Giorgio” dell’ABMC/Archivio Biblioteca Museo Civico, sotto i portici di Piazza Zanardelli,  dove campeggiava una locandina con i nomi degli organizzatori e dei relatori:

-Avv. Salvatore D’Aluiso, Presidente del Consiglio Ordine Avvocati di Bari;

-Dott. Piero Ricci, Presidente Consiglio Ordine dei Giornalisti di Puglia;

-Avv. Antonio Santeramo, Presidente Associazione Avvocati e praticanti di Altamura;

-Avv.ta Serena  Triggiani, Presidente sez. COA di Bari;

-Dott.ssa Angela Arbore, Presidente sez. Lavoro Tribunale di Trani;

-Avv.ta Angela Lorusso, Consigliara COA di Bari.

L’introduzione ai lavori è stata fatta dalla dott.ssa Anna Ventricelli dell’Associazione LeggerEdizioni e dall’avv. Antonio  Santeramo dell’Associazione Avvocati e praticanti di Altamura.

Ha moderato la dott.ssa Mariapaola De Santis, giornalista.

A causa di impegni professionali, la presidente Angela Arbore non ha potuto partecipare.

Con l’occasione è stato presentato il libro su “Lidia Poet, prima avvocata” a firma di due autori: Ilaria Iannuzzi e Pasquale Tammaro con la prefazione di  Simona Grabbi.

Una storia umana e professionale  osteggiata; una donna determinata a far valere i suoi diritti. Nata il 26 agosto 1855 a Perrero (Torino) e morta il 25 febbraio 1949. Dopo gli studi alla facoltà di Giurisprudenza dell’Università di Torino  e anni di praticantato chiese l’iscrizione all’Ordine degli Avvocati e Procuratori di Torino. Purtroppo la sua domanda fu contrastata da alcuni componenti della Commissione, i quali per protesta si dimisero dall’Ordine, ma  lei fu ugualmente accolta nel 1883.

Nonostante ciò, la sua iscrizione all’Ordine fu nuovamente messa in discussione, perché la società di allora non era ancora matura per vedere una donna indossare la toga.

Qui il libro diventa interessante ed coinvolgente per le numerose contraddizioni che l’audace protagonista dovette combattere contro i pregiudizi del tempo. Insomma, poté finalmente esercitare la professione verso l’età calante.

L’avv.ta Serena Triggiani  ha fatto il punto sulla professione dell’avvocatura femminile  che si è evoluta nel tempo.

Oggi le iscrizioni all’albo degli avvocati sono al 50% tra uomini e donne. Inoltre l‘articolo 51 della Costituzione recita:  “La Repubblica promuove le pari opportunità tra donne e uomini.  Tutti i cittadini dell’uno o dell’altro sesso possono accedere agli uffici pubblici e alle cariche elettive in condizioni di eguaglianza, secondo i requisiti stabiliti dalla legge”.

Nel definire lungimirante l’azione del presidente  avv. Antonio Santeramo, perché ha pensato ad un convegno al femminile,   S. Triggiani ha posto l’accento sulla professione di avvocato che è una delle più antiche e nobili della società civile.

L’avv.ta Angela Lorusso, Consigliera del COA/Consiglio Ordine Avvocati di Bari e Presidente dell’Associazione avvocati e praticanti di  Gravina in Puglia,  si è soffermata sul linguaggio ed esperienza.

Il tema del linguaggio, ha dichiarato –  è importante perché le  discriminazioni presenti nel nostro Paese sono ancora molto profonde.

Le linee guida del parlamento europeo  prevedono un linguaggio più inclusivo, semplice e discreto; un linguaggio “neutro sotto il profilo del genere”  – ha aggiunto  A. Lorusso – indica, in termini generali, l’uso di un linguaggio non sessista, inclusivo e rispettoso del genere.

La finalità di un linguaggio neutro dal punto di vista del genere è quella di evitare formulazioni che possano essere interpretate come di parte, discriminatorie o degradanti, perché basate sul presupposto implicito che maschi e femmine siano destinati a ruoli sociali diversi.

L’uso di un linguaggio equo e inclusivo in termini di genere, inoltre, aiuta a combattere gli stereotipi di genere, promuove il cambiamento sociale e contribuisce al raggiungimento dell’uguaglianza tra donne e uomini.

La magistratura  oggi è molto attenta al linguaggio tanto che è stato elaborato un protocollo, come quello di Cremona che nel 2019 censurava  una sentenza in merito all’utilizzo del termine di  signora al posto di avvocata perché sviliva  il ruolo della donna.

Anche il CNF/Consiglio nazionale forense sta lavorando in questa direzione.

Il linguaggio, detto in parole povere, distrugge, ferisce; se si pensa anche agli studi associati  di avvocati dove lavorano uomini e donne, a volte i clienti chiedono dell’avvocato e si vedono imbarazzati se  chiamare la donna avvocata o segretaria.

Insomma, ha chiosato l’avv.ta Angela Lorusso, è giunto il momento di cambiare registro.

Il convegno è stato seguito da un folto gruppo di avvocati e giornalisti altamurani (Felice Griesi, Michele Cannito, Anna Larato, Anna Ventricelli, Giovanni Mercadante, Michele Denora, Annalisa Facendola,   Mariapaola De Santis).

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