Intervista a cura di Mariangela Cutrone
Le donne hanno sempre avuto una marcia in più nell’ affrontare le difficoltà e i drammi della vita. Ce lo testimonia la scrittrice Elena Magnani nel suo libro La Segnatrice edito da Giunti, un romanzo scritto ad arte ambientato durante il periodo della Resistenza Italiana nella zona della Garfagnana, in Italia.
Protagonista è Anna, una giovane donna, nota come una delle “segnatrici” di Piazza Del Serchio che partecipa attivamente alla Resistenza come spia nel comando tedesco locale. Ma il Destino le farà conoscere il tenente tedesco Matthias che si insedierà nella sua casa confiscata e che imparerà a conoscere sotto una nuova prospettiva scoprendo in lui un uomo fragile, segnato dalle delusioni e dai dolori che la vita gli ha inflitto. Tra i due si instaurerà inevitabilmente un inaspettato rapporto di complicità. Anna percepirà tante emozioni e sensazioni contrastanti perché innamorarsi di un soldato tedesco lo considera un tradimento nei confronti della sua comunità intenta a lottare per scacciare il nemico dal suo territorio.
Una storia ricca di emozioni e sfaccettature che ci fa riflettere su quanto la natura umana sia piena di contraddizioni e contrasti e su come il bene e il male in più occasioni si intrecciano testimoniando di essere le due facce della stessa medaglia. Un racconto che consente di stilare un quadro completo su quella che era la situazione nella Garfagnana durante il secondo conflitto mondiale.
La Magnani è stata molto abile nello scrivere questa storia non tralasciando le fonti storiche e gli avvenimenti realmente accaduti. La sua storia induce il lettore a riflettere sul potere di certi amori che sono pilotati dal Destino e che non si può fare a meno di assecondare.
Del ruolo dei segnatori nelle comunità italiane e di donne coraggiose come la protagonista di questo romanzo conversiamo piacevolmente con Elena Magnani in questa intervista
Com’è nata l’idea di raccontare questa storia emozionante ambientata durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale?
Era da molto tempo che desideravo scrivere una storia ambientata in Garfagnana per omaggiare una terra e i suoi abitanti che mi hanno accolta e fatta sentire a casa. Quando mi sono trasferita nell’abitazione dei genitori di mio marito, ho trovato in soffitta una vecchia sveglia militare tedesca. Così sono venuta a conoscenza che la casa dei nonni era stata requisita al tempo della guerra ed era diventata uno dei comandi tedeschi della zona. Molto incuriosita, ho iniziato a indagare e a pensare alla possibilità che quelle informazioni potessero trasformarsi in un romanzo.
Come possiamo spiegare ai nostri lettori il ruolo dei segnatori all’interno delle comunità?
I segnatori e le segnatrici sono figure tradizionali che vivono, perlopiù nelle realtà contadine e montane, in tutta Italia. Vengono definiti anche con altri nomi, ma il ruolo che hanno è lo stesso: proteggono e curano persone e animali, la terra e i raccolti, con dei riti tra il sacro e il profano. Utilizzando preghiere segrete e segni, si occupano di riportare le forze in equilibrio e di lenire la sofferenza fisica e dell’anima. Spesso sono figure nascoste, di cui non si parla, ma a cui le persone si raccomandano per alleviare le loro pene.
Colpisce molto il personaggio di Anna, una giovane donna coraggiosa e determinata che partecipa alla Resistenza Italiana. È l’ennesima testimonianza di come noi donne siamo in grado di affrontare il dolore e le difficoltà con una marcia in più. Cosa ne pensi al riguardo?
Sono d’accordo. Le donne hanno fatto una resistenza non armata quando gli uomini sono scappati sui monti e si sono formate le prime bande. Loro hanno dovuto affrontare i tedeschi, nelle città, nelle campagne, nelle loro case. Hanno dovuto conviverci. E allo stesso tempo hanno fatto le staffette, hanno continuato a nutrire i mariti, i padri e i figli nascosti rischiando la propria vita. Poi, sono diventate anche combattenti.
Anna è una giovane forte e tenace che vuole proteggere la sua famiglia e le persone a lei più care. Anna è anche una partigiana e utilizzerà ciò che conosce e ciò in cui crede per ostacolare i tedeschi.
La segnatrice è una storia d’amore impossibile tra una partigiana e un soldato nazista. L’amore vero può andare oltre queste differenze e difficoltà insormontabili?
L’amore spoglia Matthias, il tenente tedesco, della sua divisa e Anna riesce a vederlo per l’uomo che è. Un’anima turbata da vicende familiari dolorose, un uomo buono, dolce e non un soldato che deve obbedire agli ordini. L’amore fa guardare all’altro con occhi diversi, più puri, smantellando le sovrastrutture e rivelando la vera anima di ognuno di noi.
Il tuo romanzo dimostra che determinate persone sono destinate ad incontrarsi nonostante le avversità. Quanto questi incontri segnati dal Destino sono in grado di cambiare il corso della propria esistenza?
Niente accade mai per caso. Io credo nel colpo di fulmine, credo che due persone possano incontrarsi per la prima volta e riconoscersi. Sono casi unici, rari, però accadono. Spesso sconvolgono la vita, altre volte si incastrano facilmente come una tessera del puzzle ritrovata dopo averla cercata a lungo.
Anna e Matthias sono destinati a incontrarsi, a imparare e a crescere di quell’amore che arriva come un temporale, ma che poi benefico fa risplendere di nuova vita ogni cosa.
Nell’affrontare l’argomento della Resistenza italiana hai avuto qualche difficoltà nel reperire informazioni storiche? Quali sono state le tue fonti?
Riguardo alla ricerca di informazioni su quel periodo, sono stata molto fortunata perché in Garfagnana esiste una memoria storica orale. Le persone amano ancora raccogliersi in famiglia o tra amici attorno al caminetto e cuocere le mondine raccontando storie. La maggior parte delle mie fonti derivano da questi momenti conviviali.
Ora parliamo di Elena come scrittrice. Quando e come è nata la tua passione per la scrittura?
Sin da piccola desideravo diventare una scrittrice, poi la vita mi ha portato in altre direzioni. Qualche anno fa, con mio figlio ormai cresciuto, mi sono messa alla ricerca di un lavoro. Non trovandolo mi sono chiesta cosa mi piacesse fare da bambina: raccontare storie. Così sono partita da quel ricordo e pian piano ho lavorato, ho frequentato corsi e studiato perché il mio sogno si realizzasse.
Progetti futuri…
Nel 2024 usciranno per Giunti Editore il mio nuovo romanzo ambientato in Sicilia su fatti realmente accaduti e per Il Battello a Vapore un romanzo per bambini.