Disincentivare l’utilizzo dell’auto privata è cosa buona e giusta, ma resta un mero esercizio lessicale se non è accompagnato da alternative concrete al mezzo privato.
Per cui, piuttosto che liquidare frettolosamente i distinguo, bisognerebbe compiere una riflessione sull’argomento considerando tutti gli interessi e tutti gli stakeholder in campo.
Nessuno avverte il bisogno di atteggiamenti da censore, tanto più su un argomento complesso qual è la mobilità urbana che richiede una visione d’insieme, l’adozione di misure che gradualmente e in maniera significativa vadano a incidere su tempi di percorrenza, minore impatto ambientale, parcheggi, utilizzo dei mezzi pubblici.
E’ interesse di tutti incentivare e promuovere la mobilità sostenibile ed è questo uno degli asset strategici della maggioranza e dell’amministrazione comunale. In questa cornice di riferimento, l’azione più importante è costituita dall’introduzione delle Brt, le linee veloci che sicuramente avranno un effetto benefico sulla mobilità urbana nel suo complesso. Ma fino ad allora difficilmente sarà possibile incidere in maniera significativa sulle abitudini dei tarantini in termini di mobilità urbana. Ne siamo tutti consapevoli.
Con l’ampliamento delle aree di parcheggio a pagamento in città, erano stati introdotti abbonamenti a tariffa agevolata per i lavoratori allo scopo di mitigare l’impatto economico del provvedimento sui cittadini. Tale misura è stata poi revocata, non perchè le condizioni generali fossero cambiate, ma a fronte degli oltre 6000 abbonamenti sottoscritti, ben oltre la disponibilità di parcheggi pari a circa 4.500 stalli.
Revocando gli abbonamenti agevolati si è preferito un colpo di spugna piuttosto che una puntuale verifica della situazione su una serie di questioni, ad esempio: come si giustifica un numero così elevato di abbonamenti? Tutti i fruitori ne avevano realmente diritto? Ci sono stati abusi? Sono stati fatti controlli? E ancora: alcune categorie non lavorano di sabato e nei festivi, in questo caso l’abbonamento dovrebbe valere per soli 5 giorni. E’ stata verificata questa circostanza?
Nessuno stordimento e nessuna sbandata, quindi, semplicemente la volontà di comprendere le questioni e di esercitare questa prerogativa tanto in Consiglio comunale quanto negli altri consessi democratici.