Principale Arte, Cultura & Società Intelligenza artificiale e tecnologia digitale – convegno all’Università di Bari

Intelligenza artificiale e tecnologia digitale – convegno all’Università di Bari

Le nuove frontiere dell'Intelligenza Artificiale e il pericolo della democrazia a rischio. Docenti accademici e ricercatori universitari sollecitano una disciplina istituzionale; le piattaforme digitali sono di proprietà privata. REDAZIONE ALTAMURA - ALTA MURGIA

Foto di gruppo dei relatori

Intelligenza artificiale e transizione tecnologica  digitale, due temi che sono stati affrontati  giovedì 22 giugno 2023 con un convegno di altissimo livello culturale organizzato presso l’Università “Aldo Moro” di Bari, nell’Aula Contento del Palazzo del Prete, Piazza Cesare Battisti, Facoltà di Giurisprudenza, nell’ambito del progetto Harizon Europe Seeds della P.I. presieduto dalla prof.ssa Marina Calamo Specchia.

I due grandi  temi sono stati ulteriormente suddivisi secondo le discipline accademiche che hanno coinvolto i tanti professori universitari e dottori di ricerca, i cui interventi  sono stati  diluiti nell’arco della giornata   in due sessioni, tra mattino e pomeriggio.

E’ stata l’occasione per noi giornalisti per partecipare all’aggiornamento annuale per ottenere 8 crediti formativi. Una maratona, ma ne è valsa la pena.

Si sono aperti scenari di conoscenza probabilmente finora velati per i tanti che  operano nella comunicazione. Era presente anche il Presidente dell’Ordine dei Giornalisti di Bari, dott. Piero Ricci.

Da sx: i prof. Edoardo Lombardi Vallauri; Cataldo Musto; Luigi Cazzato; sul maxischermo Derrik De Kerckhove

In questo contesto sono stati invitati le menti più brillanti a dare il loro contributo, nel  cui fitto programma  sono stati  egregiamente affrontati i “Processi politici e le nuove tecnologie” con l’intervento del prof. Luigi Cazzato, dell’Università di Bari, coordinatore di Master in giornalismo; seguito a ruota dal prof. Cataldo Musto, della stessa Università che ha relazionato sulla “Mappa italiana dell’intolleranza – nuove tecnologie a supporto  del monitoraggio  dello hate speech”.

Qui, C. Musti ha acceso i riflettori su cosa accade nella rete nell’arco di un minuto. I dati sono il nuovo petrolio della comunicazione, producono ricchezza, è stato detto.  Gli algoritmi giocano  un ruolo importante nell’intelligenza artificiale, perché hanno la capacità di monitorare e convogliare il consenso dell’opinione pubblica; è stato fatto l’esempio dell’ex presidente degli U.S.A , R. Trump.

Inoltre, fissati i dati per lingua, territorio e  tema, si analizza il lessico che è il primo fenomeno nella mappa dell’intolleranza, il cui spettro si dilata  in una serie di derivati: sessismo, omofobia, razzismo; e qui entra in gioco la semantica che è alla base dell’analisi linguistica, detta anche “sentiment analys”.

Il prof. Edoardo Lombardi Vallauri, di linguistica italiana  dell’Università Roma Tre,  ha affrontato le strutture linguistiche come  tecnologie persuasive. Il linguaggio persuasivo serve a far fare qualcosa a qualcuno, manipolandolo, convincendolo astutamente con un linguaggio edulcorato accompagnato magari con delle immagini. Nel linguaggio viene utilizzato la vaghezza che genera ovviamente le implicature,  a loro volto condite da frasi ad effetto spesso usate nel campo pubblicitario o politico. Per i linguisti è il loro campo d’azione, ma è un campo minato per l’opinione pubblica.

Il prof. Derrick  De Kerckhove, del Politecnico di Milano, il cui intervento si è svolto in remoto, ha affrontato l’antropologia  politica  della trasformazione digitale. Senza mezzi termini ha posto la domanda: siamo uomini o digitali? L’intelligenza artificiale/I.A. è in procinto di prendere il sopravvento nei processi legali.

Da sx: i prof. Chiara Padrin; Maria Dicosola, Marco Raho; Marco Schirripa

La trasformazione digitale mette in serio pericolo la privacy, l’autonomia, il senso critico, la soggettività. L’Intelligenza artificiale sta minando clandestinamente le fondamenta di qualsiasi società democratica; il codice istituzionale è destinato ad essere sostituito da un linguaggio artificiale con una semantica rigida; negli U.S.A. la tecnologia giuridica (legal technology) è già in uso, ma fortunatamente legata a casi limitati per pene lievi, multe.

Poiché gli interventi sono stati numerosi e non potendo dare spazio a tutti, siamo costretti a citare i nomi degli altri relatori.

Dopo il coffee break, ha presieduto Nancy De Benedetto dell’Università Aldo Moro di Bari;

sono seguiti gli interventi  della prof.ssa Pamela Martino della stessa università che ha relazionato sulle “Nuove tecnologie, costruzione del consenso e democrazia”; della prof.ssa Laura Fabiano su “Cittadinanza digitale e partecipazione politica”.

Non sono mancati i riferimenti agli “influencer” (Gianpaolo Altamura);  al voto elettronico, all’assenteismo e  all’astensionismo (Laura Saviano e Chiara Padrin)); alle fake news; al cyberlullismo; agli impliciti linguistici; all’infodemia termine che designa una metaforica “epidemia di informazioni”, ovvero il diffondersi rapido e incontrollato di un’enorme quantità  di informazioni (Marco Raho).

La sessione pomeridiana è stata presieduta da  Maria Dicosola con gli interventi programmati di Gianpaolo Altamura; Antonio Cortazzo; Giovanna De Minico dell’Università  di Napoli; Luca di Majo; Francesca Paruzzo; Giorgia Mannaioli; Viviana Masia; Chiara Padrin; Marco Raho; Giulio Santini; Marco Schirripa (Università di Reggio Calabria); Franco Sicuro.

Da sx: prof.ssa Marina Calamo Specchia e prof. Daniele Petrosino

Le conclusioni sono state affidate al prof. Daniele Petrosino docente di sociologia presso il Dipartimento di Scienze Politiche dell’Università di Bari “Aldo Moro” che si è complimentato con tutti i relatori per il loro ricco apporto di contenuti.

Da sx: Nancy De Benedetto; Edoardo Lombardi Vallauri; Marina Calamo Specchia; Giovanna De Minico; e il giornalista Giovanni Mercadante

 

 

 

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