Principale Arte, Cultura & Società Scansione biometrica del volto, in Italia (per ora) non si può

Scansione biometrica del volto, in Italia (per ora) non si può

Videosorveglianza
Videosorveglianza. Foto di Possessed Photography su Unsplash

Il Parlamento italiano ha adottato una moratoria che mette un freno all’implementazione dei sistemi di riconoscimento facciale sul suolo nazionale: fino al 2025, come minimo – o massimo -, l’installazione di tali dispositivi nei luoghi pubblici sarà vietata.

La regolamentazione ne vieta l’uso sia agli enti privati che alle autorità, concedendo un piccolo margine di utilizzo di questa tecnologia solo ai comuni la cui possibilità di impiego sarà approvata dal Garante della Privacy (che fino ad ora ha respinto tutte le proposte presentate dalle amministrazioni locali).

In linea con Bruxelles: le “disposizioni urgenti” che slittano ogni due anni…

Con questo atto viene allontanata anche l’idea lanciata poco tempo fa dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, il quale aveva suggerito l’adozione degli scanner visuali biometrici come strumento di contrasto ai crimini commessi in ambienti come stazioni e centri commerciali.

L’Articolo 8-ter del Decreto-legge 10 maggio 2023 n. 51 (“Disposizioni urgenti in materia di amministrazione di enti pubblici, di termini legislativi e di iniziative di solidarietà sociale”, convertito con la legge 87/2023), infatti, fa slittare di (solo) ulteriori due anni quanto prima stabilito dall’Art 9 comma 9 del Decreto-legge 08 ottobre 2021 n. 139 e dalla legge 03 dicembre 2021 n.  205 (ossia il blocco delle autorizzazioni a tali impiantistiche fino al “31 dicembre 2023”), proibendo esplicitamente – al momento e di fatto – l’installazione di questi sistemi sia negli spazi aperti al pubblico che nei luoghi chiusi, come i negozi: l’unica eccezione prevista nella normativa è per i “trattamenti effettuati dall’autorità giudiziaria nell’esercizio delle funzioni giurisdizionali nonché di quelle giudiziarie del pubblico ministero”.

Una moratoria che si conforma, così, alle recenti linee guida del Parlamento europeo che, dopo un esordio per nulla rassicurante, ha recentemente approvato l’AI Act, regolamentando non solo il divieto del riconoscimento del viso, ma anche degli strumenti di elaborazione biometrica, della “polizia predittiva” e dei programmi che riescono a “captare le emozioni“.

DL 51/2023: Segno di prudente coscienziosità o quiete (elettorale) prima della tempesta?

È stata una decisione di grande rilevanza quella presa dalla Politica italiana, che ha dimostrato – almeno per ora – una certa dose di consapevolezza riguardo ai potenziali rischi connessi a queste innovazioni tecnologiche. E non alludiamo solo alle minacce per la privacy, ma anche agli altri inconvenienti che la scansione facciale potrebbe comportare (errori più o meno voluti dei software, problematiche di discriminazione e mancanza di trasparenza riguardo ai suoi modelli matematici di funzionamento, a proposito dei quali c’è una spiccata – e forse voluta – carenza di informazioni).

Il voto dell’aula ha indicato che la sperimentazione non deve essere accettata in modo passivo insieme al “pacchetto” del progresso tecnologico. Meglio invece adottare prudenza di fronte ai troppi dubbi sull’efficienza e sull’efficacia (nonché sulla necessità) dell’intelligenza artificiale applicata alla sorveglianza di massa, augurandoci che il provvedimento venga esteso anche dopo il 2025 – se non proprio un abbandono totale, netto e chiaro di tali aberranti “tentazioni” – e che intanto, per precauzione, si apra un ampio confronto sui dilemmi morali ed etici sollevati da questi ammodernamenti nello statico e fragile contesto sociale nostrano.

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Fonti online:

ByoBlu (testata giornalistica ed emittente televisiva nazionale; articolo di Arianna Graziato del 04 luglio 2023), Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana, Agendadigitale.eu, Cybersecurity360, BBC, LEVEL, The Good Lobby Italia.

Account Twitter: Roberta Metsola;

Canale YouTube: Agendadigitale.eu.

Antonio Quarta

Redazione Corriere di Puglia e Lucania

Il Corriere Nazionale

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