INTERVISTA – “Al Buco”, situata in Via Nitto De Rossi, 2/A (BA), è la pizzeria più antica e più amata dai baresi, una garanzia sul territorio ormai da quasi quarant’anni e vincitrice del Premio Travellers’ Choice 2022, attribuito da Tripadvisor agli alloggi, alle attrazioni e ai ristoranti che ottengono costantemente recensioni molto positive dai clienti e che si classificano nel 10% delle migliori strutture. Ho parlato con il loro pizzaiolo, Domenico Valerio, nipote del proprietario Rocco Giordano, conosciuto e chiamato dai più affezionati “Uccio”.
Com’è nata la vostra pizzeria e da quanto tempo lavora lì?
La pizzeria è nata circa 35-40 anni fa dall’idea di mio zio Uccio, il quale da ragazzino dopo aver fatto esperienza al nord – a Genova precisamente – nel locale a sua volta di uno zio, è tornato a Bari, forte del mestiere che aveva imparato, delle competenze parallele apprese e pronto ad avviare una sua attività. Sin dalla mia nascita sono stato nella sua pizzeria. Si tratta, quindi, di un lavoro tramandato di generazione in generazione: mio zio è il titolare, poi si è unito mio padre e da un bel po’ di anni ci lavoro anch’io, seppur abbia provato altre realtà nel tempo. È sempre casa mia.
Perché è stata chiamata “Al Buco”?
Il nome deriva dal fatto che inizialmente la pizzeria appena aperta era davvero “un buco”. Constava di una sola saletta di 2x2m con non più di tre/quattro tavoli. Man mano poi negli anni si è allargata aggiungendo altre due sale e prossimamente si espanderà ancora di più con una terza.
Qual è il segreto del vostro successo?
Il segreto a mio avviso sta nella costanza, nella precisione e nella dedizione riposta in questo lavoro. Abbiamo da sempre scelto di offrire alla gente il massimo della qualità e continuiamo a farlo anche fronteggiando il gravoso aumento dei prezzi dei prodotti. Questo aspetto per noi non deve mai venir meno, perché è così che fidelizzi il cliente ed è così che onori il mestiere che hai scelto per condurre la tua vita.
Come avete affrontato il periodo pandemico?
La pandemia ci ha messo a dura prova, come tutti. Abbiamo dovuto chiudere l’accesso alle sale e avviare tutto un programma di domicilio e di asporto, dotandoci ovviamente delle numerose protezioni previste (mascherine, guanti ecc.) e rispettando le misure di distanziamento indicate. Mio zio è una persona molto tenace e non ha voluto assolutamente mollare. Ci siamo rimboccati le maniche e abbiamo stretto i denti, rinunciando a metà dello stipendio che percepivamo prima con l’obiettivo di mandare avanti l’attività a tutti i costi. Per fortuna, dopo due lunghi anni di chiusure e sacrifici, oggi possiamo dire di aver ripreso il ritmo lavorativo di un tempo, anche se non nascondo che inizialmente riavviare il tutto non è stato semplice.