di Rossella Longo
La rosolia è una malattia esantematica, che solitamente si manifesta in età pediatrica, provocando eruzione cutanea diffusa. È causata da un virus a RNA del genere Rubivirus.
Grazie alla campagna vaccinale obbligatoria nel nostro Paese, attualizzata nel corso degli anni, pare che, nell’ultimo triennio, non ci siano stati contagi da questo virus.
La conferma arriva dalla Commissione di verifica regionale (Regional Verification Committee, o RVC) dell’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per l’eliminazione del morbillo e della rosolia nella Regione Europea. Secondo la OMS, in Italia, la rosolia non è più, quindi, endemica.
A questa conclusione gli esperti della OMS sono arrivati dopo aver valutato i casi di rosolia a livello nazionale, regionale e locale, e il livello di copertura vaccinale.
Grazie proprio ai vaccini, negli ultimi anni, in Italia, i casi di rosolia sono diminuiti drasticamente (incidenza < 1 caso per milione di abitanti) per arrivare dopo il 2019 a zero casi di rosolia.
Come appare ovvio, eliminare l’alert su una malattia non significa immaginare sia scomparsa del tutto, anche perché potrebbe sempre essere comunque importata da Paesi in cui sia presente ancora il contagio.
Ecco perché il nostro Istituto Superiore della Sanità si auspica e programma il monitoraggio “dell’interruzione della trasmissione endemica di una malattia in una determinata area geografica per un periodo di almeno 12 mesi o più, in presenza di un sistema di sorveglianza efficiente”.
Quale ulteriore raccomandazione quindi?
L’azione demolitiva verso il contagio da Rosolia prevede il fermo suggerimento di continuare a vaccinarsi per il virus, specie per le donne in età fertile poiché, in caso di malattia in gravidanza, trasmetterebbero al feto gravi anomalie.
Oltre ai vaccini, le raccomandazioni per noi umani, come suggerisce il pensiero di Charlie Brown, sarebbero tante, poiché:
“Mi hanno vaccinato contro la polio e gli orecchioni. Mi hanno vaccinato contro la varicella, la tosse canina e il morbillo. Poi sono caduto dalle scale”.